Vannacci, Donzelli e dintorni. Quando il libertarismo maschera l’intolleranza

“Se stabilissimo che il compito della politica è decidere la bontà delle idee, sarebbe la fine della democrazia” – questa frase di Giovanni Donzelli mi riporta indietro nel tempo, ai giorni della mia gioventù, quando ero avvolto dalle correnti dell’estremismo di destra. Ecco, in questi momenti, rivive quella retorica adolescenziale che utilizzavamo per giustificare la profonda fallacia delle nostre idee. “Siamo in democrazia, dunque possiamo esprimere ogni nostro pensiero, per quanto estremo possa essere.” Questo era il nostro grido di battaglia.

Ma la democrazia è davvero la libertà assoluta di parola, a prescindere dalle sue conseguenze? Se la democrazia rappresenta veramente la libertà, allora chiunque dovrebbe avere il diritto di professare ideologie fasciste, naziste, razziste, xenofobe, antisemite, omofobe, maschiliste… Ma, in realtà, è qui che emerge l’inganno. La leadership meloniana sembra restare ancorata a questo vecchio pensiero, simile alla voce sotterranea che emerge dalle fogne, cercando di difendere la melma fetida dell’indifendibile. Questa rappresenta la pericolosa deriva di utilizzare il libertarismo come maschera per giustificare l’ingiustificabile.

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E se si considera che la stessa leader, nel 2019, ha pubblicato un libro in cui discuteva la “sostituzione etnica”, utilizzando termini polarizzanti come “bianchi e neri”, non sorprende che la sua cerchia sia intrappolata in una visione del mondo tanto miope. Credono, erroneamente, che ogni pensiero, per quanto estremo o pericoloso, possa e debba avere legittimità politica.

Il loro punto di vista rappresenta una visione distorta, quasi contabile, della democrazia – una visione che non tiene conto del sistema valoriale su cui la democrazia stessa dovrebbe fondarsi. La vera democrazia dovrebbe basarsi su valori autentici e universali, dovrebbe saper riconoscere e respingere l’intolleranza, dovrebbe guidare i cittadini a distinguere tra idee costruttive e distruttive. Perché la vera forza di una democrazia risiede nel suo impegno a proteggere tutti, ma anche nel suo coraggio di respingere ciò che la minaccia dall’interno.