Il caso Vannacci e l’ipocrisia di Crosetto

Al grande pubblico Roberto Vannacci non dice nulla, ma per gli addetti ai lavori è uno dei più validi e impegnati, in scenari di guerra, professionisti dell’esercito italiano. Non è un generale da ministero e carriera politica, da sottobosco della commissione difesa. È un operativo, sul campo di Afghanistan, Somalia, Iraq, Libia, Bosnia-Erzegovina, Rwuanda, Yemen, è Cavaliere della Repubblica, ha una Bronze Medal Star ed una Legion Merit dell’esercito statunitense oltre che medaglie Nato, si è contraddistinto in particolare durante Enduring Fredoom nella lotta ad Al Quaeda.

Cosa ha fatto questo paracadutista della Folgore? Ha scritto un libro in cui ha detto come la pensava sui gay, su difesa personale, su etnie e razze, ha girato il mondo e ne ha conosciute diverse, in maniera netta e dirompente come solo un Parà può dire. Le sue idee sono lontane dalle mie e poco difendibili onestamente. Ma è la sua opinione, che non si discosta di una virgola dal background della destra al governo. È venuto giù il mondo, il ministro Crosetto ne chiede l’immediata esecuzione. Qualcuno mi dirà che avendo un ruolo ufficiale non poteva dire quelle cose, che doveva aspettare di andare in pensione, mossa che suppongo abbia meditato già, e forse per questo ha scritto il libro. Una uscita di scena alla Clint Eastwood in Gunny. Il generale di divisione si dice amareggiato ma non cede, non ritratta come il camerata De Angelis, non si prostra e non chiede scusa.

Lui non è un fascista da operetta, è un vero uomo, se no non potrebbe essere stato il capo del Col. Moschin l’unica riconosciuta squadra di incursori al pari dei Navy Seals o della SAS Britannica. Ma perché proprio nell’arrivo della destra al potere con tutti i suoi feticci d’antan, gli inni ai defunti della XMas, il busto di Mussolini nello studio di La Russa, le innumerevoli frasi di militanti politici della destra su argomenti trattati nel libro del Generale, perché proprio ora ci si comporta da stupefatti del presepe? La richiesta di provvedimento disciplinare da parte del ministro è, diciamola tutta, abbastanza ipocrita, come lo sono le prese di distanza dei colleghi del Generale, seduti dietro le loro linde scrivanie.

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Lo hanno posteggiato, lui un generale di divisione dal CV da fare invidia a Patton, all’Istituto geografico militare. Per quelli come lui, che vanno sul campo a sporcarsi le mani contro i terroristi, a bloccare il traffico d’armi dei Signori della guerra somali come Adid, ad evacuare i connazionali da guerre civili o colpi di Stato, le poltrone dello Stato Maggiore sono precluse. Lui ha detto che è stato decontestualizzato da stampa ostile, ma non ha ritrattato quello che ha messo nero su bianco nel libro. Il quale è terzo in classifica Amazon, dato da non sottovalutare, anche per i tiepidi politici. Si aspettava tale clamore? Forse si, meno forse il fuoco amico. Come, la destra di Dio, Patria e famiglia è al potere e a me che ho sempre difeso nel fango del campo di battaglia questo valori mi scaricano nel cesso e mi trattano come un generale Pappalardo qualunque?

La destra meloniana è politicamente corretta, deve piacere all’establishment, e lo dimostra colpendo alcuni ma salvando la casta politica in perenne autoassoluzione. Una vera destra non abbandona il soldato Ryan Vannacci, questa per fragilità e sensi di colpa si. Anche se ha più valore, non solo di medaglie, ma di vita, un Vannacci che una Santanchè.