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Quell’Europa che non si piega al ricatto mafioso di Putin sul gas

“Non soccomberemo a questo racket,” ha detto ieri il primo ministro della Bulgaria Petkov, commentando la decisione di Gazprom di tagliare i rifornimenti di gas a Polonia e Bulgaria,

La mossa di Putin è chiara: colpire due Paesi membri della NATO con il ricatto del gas, lanciando un messaggio chiaro ad altri Paesi europei come Italia e Germania, che hanno una forte dipendenza dalle risorse energetiche di Mosca. Putin vuole dividere l’Europa e l’Occidente usando il gas come un’arma.

La Russia punisce proprio due Paesi che hanno reagito duramente alla invasione della Ucraina. La Polonia di Morawiecki ha imposto questa settimana nuove sanzioni economiche a Mosca, mentre la Bulgaria ha rafforzato la presenza NATO nei suoi confini.

La mossa di Gazprom è stata condannata duramente dalla Unione Europea e viene considerata dalle cancellerie occidentali una ritorsione contro l’invio di armi alla resistenza ucraina, armi che passano in gran parte proprio dalla Polonia.

Diventa sempre più chiaro che l’uso che Putin sta facendo del gas russo ha i contorni di un vero e proprio ricatto in stile mafioso, contro quei Paesi, si pensi al governo liberale della Bulgaria, che stanno tagliando i ponti con Mosca e che negli ultimi anni si sono allontanati sempre di più dal regime russo, scegliendo l’Europa e l’Occidente.