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Il flop dei Navigator: non trovano lavoro agli altri ma vogliono tenersi il posto

Tra gli assurdi paradossi della politica e del mercato del lavoro in Italia c’è quello dei Navigator. I navigator dovevano supportare i Centri per l’impiego nella creazione di percorsi formativi e professionali per chi percepisce il Reddito di Cittadinanza. Quasi 1900 Navigator al servizio dello Stato. Se non fosse che il reddito di cittadinanza è stato un flop.

Un provvedimento che continua a succhiare risorse pubbliche senza produrre cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro. I dati al 2021 di Anpal indicano che solo il 20 per cento dei percettori del reddito di cittadinanza ha trovato un lavoro, mentre il provvedimento caro ai grillini è costato la bellezza di 27 miliardi e 300 milioni di euro.

Nonostante il fallimento, è iniziata la saga delle proroghe per rinnovare i contratti dei Navigator. Siamo alla terza proroga, con i diretti interessati spalleggiati dalle sigle sindacali che strepitano in piazza e ottengono, ancora una volta, una proroga. In attesa di una stabilizzazione definitiva.

Siamo davvero uno strano Paese: i navigator dovevano trovare lavoro agli altri ma ora dobbiamo pagargli il posto, anche se il reddito di cittadinanza è fallito, perché, lo dicono i dati, non serve a trovare lavoro. Ancora una volta, tutti garantiti, pagati e contenti. In attesa che qualcuno nella politica italiana pensi a riformare davvero e radicalmente i Centri per l’impiego.