Le Pen? Macron? Zemmour? Alla fine la Meloni la butta in caciara

I risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia devono aver confuso non poco Giorgia Meloni che, oltre a non riconoscersi ex-post in nessun candidato, certifica con le sue dichiarazioni una propensione alla manipolazione della realtà, fino ad esercitarsi in esercizi matematici che farebbero rabbrividire un alunno di terza elementare.

In una sua dichiarazione, la leader della destra sovranista, arriva a sottolineare che “pur non sentendosi rappresentata da alcun candidato, i candidati potenzialmente di centrodestra in Francia avrebbero la maggioranza”. Una dichiarazione confusa che già si commenterebbe da sola, ma analizzando i dati scaturiti dalle urne e confrontandoli con la posizione della Meloni emergono ulteriori incongruenze. Infatti, o la leader di FDI reputa Macron un potenziale candidato di un eventuale governo di centrodestra alleato alla LePen, alleanza che con la sovranista francese nemmeno i neogollisti hanno mai ipotizzato, oppure sta manipolando l’interpretazione dei risultati della consultazione, per spicciola propaganda o per difficoltà di calcolo.

Andando a sommare alla percentuale raggiunta dalla leader della destra francese, cioè il 23,4%, i voti presi dalla ancora più estrema destra, cioè da Zemmour (7,05%), e dalla candidata gollista Precresse (4,7%), si arriverebbe ad un 35,15%. Un risultato totale che, a differenza di quanto sostenuto dalla Meloni, non rappresenterebbe la maggioranza. A meno che l’onorevole Meloni non abbia deciso di sommare a questi i voti presi dal presidente uscente Macron (27,6%), che in comune con la leader sovranista nostrana non ha alcuna posizione.

Ancora una volta, per di più analizzando dati oggettivi e non interpretabili a proprio piacimento, si evince come “donna Giorgia” abbia una propensione all’interpretazione della realtà a proprio piacimento e, sebbene più concreta e lineare dell’alleato (o ex-tale) Salvini, un’indole la porta a spingersi verso i lidi della sloganistica matematica pur di apparire vincente anche davanti ad una cocente sconfitta.