Il nuovo Dpcm e lo sport

Il nuovo DPCM in vigore dal 26 ottobre contiene nuove misure restrittive che andranno a colpire duramente diversi settori economici e sociali del nostro paese.

Tra questi, il settore dello sport di base, subirà un nuovo stop che potrebbe mettere a repentaglio la tenuta futura dell’intero comparto. Le società sportive, siano esse ASD o SSD, avevano subito pesanti perdite nei mesi del lockdown e avevano grossi problemi economici e strutturali ben prima dello scatenarsi di questa pandemia. Nei mesi estivi si sono ritrovate ad affrontare onerosi investimenti economici per adeguare le loro procedure e le strutture che le ospitano alle nuove normative. Tutti questi sforzi, però, non basteranno a garantirne l’attività nelle prossime settimane, con il pericolo che l’intero settore non abbia la possibilità di risollevarsi dopo l’attuale crisi sanitaria in atto.

Sebbene si sia ancora in attesa di chiarimenti e di circolari esplicative, serpeggia nell’ambiente una grande preoccupazione circa il futuro di un settore da considerare fondamentale per lo sviluppo della nostra società, con ripercussioni economiche sull’intero paese.

Infatti, lo sport che viene considerato in Italia equivalente ad un’attività di svago, ha invece numerose ripercussioni sociali e sanitarie sulla società. Tutti gli studi di settore, ad esempio, riportano come ogni euro che la pubblica amministrazione investe nel settore, nell’arco di cinque anni, garantisca un risparmio di quattro euro per il Sistema Sanitario. Questo grazie alla capacità dell’attività sportiva, di ridurre tutte quelle patologie endemiche tipiche del nostro tempo: dai problemi cardiovascolari all’obesità, passando per diabete ed ipertensione, che sono anche tra le principali concause delle complicanze e della mortalità da CoVid-19.

Anche alla luce di questo effetto preventivo, unito al rafforzamento del sistema immunitario della persona, le nuove limitazioni, che di fatto impediscono l’attività sportiva, stridono con l’attuale situazione sanitaria in atto. Garantire la possibilità di fare sport, permetterebbe infatti una migliore salute generale dell’individuo che scaricherebbe, così, anche l’enorme stress psicofisico che grava su tutti noi.

Purtroppo, nonostante tutti gli attori coinvolti nel settore abbiamo rispettato scrupolosamente le norme vigenti, cosa riconosciuta dal Ministero dello Sport e che si evince dal fatto che non vi siano cluster di contagio riconducibili all’attività sportiva di base, le restrizioni minacciate all’atto della presentazione del precedente documento, sono state messe in opera col nuovo decreto.

Questo, affosserà di fatto l’intero comparto dello sport di base, creando anche notevoli ripercussioni sul nostro sport di vertice, che potrebbe avere difficoltà a continuare a conseguire quei risultati, nazionali ed internazionali, faticosamente raggiunti negli anni. Proprio lo sport di base, a partire dai giovanissimi, è in grado di formare gli atleti fornendo alle squadre di vertice i campioni di domani.

La crisi in atto sta costringendo, infine, molte società sportive alla chiusura, e questo porterà alla conseguente enorme perdita di posti di lavoro tra addetti, istruttori e tecnici e, le nuove limitazioni, andranno a peggiorare anche questa situazione. Lo sport è salute, benessere psicofisico e crescita valoriale e caratteriale per le giovani generazioni. Come qualsiasi settore culturale della nostra società, va tutelato ed aiutato a vivere in queste settimane e nel futuro.