Non di solo lino vive l’uomo

Mi dispiace per il mio ormai amico, condivido con lui alcune passioni, Alain Elkann ma qui non parliamo di lino, ma di volgare, anzi “volgave”, cotone. Nemmeno un buon cotone turco o raccolto mano tra canti gospel in Alabama, ma di un cotonaccio industriale, di quelli che si usano per fare le magliette che si vendono ai turisti che si recano nelle isole. Siamo sull’aliscafo che collega Palermo con le Eolie, non c’è prima e seconda classe, e nemmeno la terza nella stiva come la canzone di De Gregori. E proprio di una maglietta vi voglio parlare. In questa maglietta c’era scritto “Mollo tutto e vivo in barca”. Non era indossata da un aitante giovane velista, nemmeno da un anarchico alternativo con i capelli rasta, o da un tipo alla Corto Maltese e qualche tatuaggio da mari del Sud di Somerset Maugham. Era indossata da un signore di mezz’età, con la faccia da travet, abbastanza sicuro di sé nei modi e nei movimenti, senza pudori particolari o remore di sorta.

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Probabilmente il nostro personaggio, forse, ha fatto almeno una volta una settimana di charter in barca in uno degli arcipelaghi siciliani. Forse ha magari un gommone con motore Evinrude di 25 cavalli al porticciolo Roosevelt o a quello di San Nicola. Ha un andamento corpulento, difficile da gestire in barca per una traversata, figuriamoci per viverci. Però l’aspirazione, il sogno da travet, lo avrà fatto sospirare almeno una volta. Si è immaginato, sognando ad occhi aperti alle poste, o in un ufficio regionale, di trovarsi all’ormeggio a San Barth o alle Barbados, magari alle Isole Vergini. Chissà, avrà pensato, se ci sono delle vergini vogliose alle Isole Vergini, come nel film l’Ammutinamento del Bounty, nella versione con Mel Gibson, forse quella con Marlon Brando non la conosce. Ma il sogno delle vergini dura poco, perché accanto a lui si palesa la moglie, con la stessa maglietta. Non può mica lasciare da solo in barca il marito. Perché lei lo sa, di vergini ce ne sono poche, ma i porti pullulano di altre leggiadre figuri femminili. E poi cosa è sta storia, pensa lei, del mollo tutto, e il mutuo, la rata della Dyson, chi le paga? E poi c’è la mamma che ha la pressione alta, come ce la portiamo in barca. Ma poi la barca chi ce l’ha? Mica possiamo vivere in gommone sotto il tendalino con la borsa frigo?

Il cotone ha questo di pregio. Costa poco e la maglietta la puoi pure scordare e buttare appena si restringe con i lavaggi, ed esce fuori la panza. E con la maglietta puoi pure accantonare i sogni. Cosa che non puoi fare con le camicie di Lino, quelle ti rimangono a vita. Insieme ai sogni che ti hanno suscitato, tra sere d’estate e cocktail martini.