Giorgia Meloni e il “Piano Mattei”: che fine hanno fatto i diritti umani?

La recente conferenza organizzata da Giorgia Meloni ha suscitato forti critiche, in molti hanno espresso preoccupazione, e noi in primis, riguardo all’approccio del governo alla gestione dei flussi migratori.

Uno dei principali punti di critica riguarda l’assenza evidente di una chiara menzione dei diritti umani dei migranti. Mentre la conferenza si è concentrata sulle strategie di blocco navale e di cooperazione con i paesi del Nord Africa, sembra che i diritti fondamentali delle persone coinvolte siano stati totalmente trascurati.

In particolare, il cosiddetto piano Mattei ha sollevato dubbi sulla sua validità giuridica a livello europeo e internazionale. L’idea di appaltare ai paesi del Nord Africa il ruolo di attuare un blocco navale sembra ignorare completamente le implicazioni dei diritti umani dei migranti. Questo piano potrebbe portare al trattenimento dei migranti nei paesi di partenza senza alcuna garanzia sulla loro sicurezza e trattamento.

Il governo Meloni sembra mostrare una notevole indifferenza verso la questione, mettendo in secondo piano la tutela delle persone coinvolte. Questo atteggiamento ha suscitato accuse di ipocrisia, soprattutto considerando che la stessa Meloni ha spesso sostenuto la difesa dei diritti umani in altre circostanze.

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La mancanza di un piano di soccorso a livello europeo e di un approccio coerente all’accoglienza dei migranti ha sollevato ulteriori critiche. Mentre il governo Meloni sembra concentrarsi principalmente sulla sicurezza delle frontiere e sul controllo dei flussi migratori, manca una visione più ampia e umanitaria della questione.

L’approccio della conferenza della Meloni ha anche sollevato timori riguardo al rischio di una maggiore cooperazione con i paesi del Nord Africa, compresa la Libia, che hanno un triste passato di violazioni dei diritti umani.

Se a ciò aggiungiamo che in questa visione della Premier, che sembra più una brutta pantomima propagandistica, si faccia finta che non esistano i rifugiati ma solo gli immigrati irregolari, facendo così di tutta l’erba un fascio, ecco che poco, se non nulla, di buono rimane in questo “ambizioso” progetto. Speriamo che la Presidente del Consiglio possa tornare sui suoi passi e riconsiderare le priorità della difficile situazione migratoria.