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Draghi non era al meeting con Biden perché l’Italia non si assume le sue responsabilità fino in fondo

Non si è trattato di un errore, né di uno sgarro diplomatico come suggeriscono molti giornalisti non proprio attenti alle minuzie delle alleanze militari. L’assenza di Draghi al meeting con il Presidente americano Biden, al quale hanno preso parte i capi di stato e di governo di Francia, Germania e Regno Unito, non è motivata dalla voglia di escludere l’Italia dalla cabina di regia della crisi, ma è la conseguenza coerente di equilibri creatisi nel tempo.

I complottisti nostrani, che si sono ormai abituati a vedere una congiura anti-italiana ad ogni passo, ignorano semplicemente la struttura decisionale della NATO. L’incontro convocato da Biden è una prassi assodata in seno all’Alleanza Atlantica, all’interno della quale esiste un quadriumvirato, informale, composto dagli Stati Uniti e dalle tre potenze continentali che si riunisce in caso di crisi per meglio guidarne la risposta unitaria.

Il nodo non è la presenza o meno di Draghi a questo o quel meeting, quanto piuttosto il mancato invito dell’Italia a sedersi in modo permanente e integrato nella cabina di regia della NATO. Questo semmai è il vero scandalo. Ma ciò richiede la volontà di partecipare attivamente alla politica estera e di difesa dell’Occidente. Va detto infatti che non si tratta solo di ottenere un invito agli incontri al vertice per aumentare la visibilità del paese.

È pertanto fondamentale lavorare duramente affinché le strutture politiche e militari italiane siano in grado di muoversi all’unisono con gli altri paesi sia sotto il profilo delle informazioni che in quello delle azioni politiche e militari. L’Italia ha da tempo aumentato la propria presenza nei teatri internazionali, arrivando spesso anche a superare la Germania per impegno operativo, ma ha molto da lavorare per solidificare la sua reputazione e il prestigio internazionale che ha perso negli ultimi decenni a causa di una politica spesso ambigua e opportunista.