Caro Draghi ti scrivo, così mi distraggo

Così mi distraggo un po’ da Apache e polemiche balneari, tu volevi liberalizzare le spiagge e noi invece abbiamo portato il Twiga della Santachè al governo. Tu volevi fare le cose serie, tenevi alla reputation, che per un banchiere è tutto, mentre noi italiani vogliamo essere tutti Briatore o la Ferragni, altro che salario minimo. Ma poi chi vuole il minimo, se come diceva Vasco già dagli anni 80 vogliamo andare al massimo? Ma cos’è questa fissa del minimo, sa di decrescita felice, in un mondo di locali pieni di indiani figli di La Russa, la cosiddetta Milano da bere in cui la Belvedere non finisce mai.

E tu volevi impegni seri, progetti per il PNRR, alleanze internazionali solide, ma proprio di noi italiani non avevi capito nulla. Pensavi che per guidarci sarebbe stato meglio se fossi diventato Presidente della Repubblica, lì al Quirinale c’è un’altra vista ed un’altra vita, ma quella poltrona è di Mattarella, re ereditario d’Italia, tu eri un banchiere nemmeno tanto italiano, ti chiamavano Mario l’americano. Ci volevi in regola, con le carte a posto ed ordinati, a noi, ma non lo sai che gli italiani odiano essere governati, che siamo pizza e mandolino, per chi si può permettere la pizza che è ormai un bene di lusso, sempre grazie a San Briatore.

Draghi è migliore di Meloni o Schlein, tutto il resto è noia

È passato un anno da quando te ne sei andato, ci avevano promesso flat tax e bonus matrimoni, forse per aumentare le nascite che sono in calo mostruoso. Al posto dei Prenatal in Italia aprono solo negozi per animali domestici, anche se gli italiani poveri i croccantini non se li possono mangiare, troppo cari.

Caro Draghi un anno è passato e le tue politiche di fatto sono rimaste, per non fare arrabbiare i nani di Wall Street, ma tu, con il tuo aplomb, la cravatta ben accoppiata, la battuta secca e sardonica, non ci sei più.

Eri troppo serio e impeccabile per noi, lo sai come siamo fatti, in fondo sei romano come a Sora Lella, e noi buzziconi siamo fatti all’amatriciana, mica mangiamo uova alla Benedict.

Però un cocktail martini, senza oliva, ma con una scorzetta di limone rigorosamente siciliano io con te lo berrei, magari discutendo di Nato e di Nati stanchi, noi italiani. Ti vorrei presentare Ficarra & Picone due miei concittadini che potevano esserti molto utili come consulenti. Loro, prima che tu diventassi Presidente del Consiglio, avevano fatto un film, L’ora legale. Parlava di un amministratore pubblico che voleva fare le cose per bene. Prima venne osannato dai cittadini e poi, dagli stessi, giubilato, richiamando in servizio la vecchia politica. Avresti potuto imparare molto. Sarà per la prossima volta.