400 ospedali distrutti, così Putin ‘libera’ l’Ucraina

Quasi quattrocento ospedali distrutti; malati di cancro e cronici trasferiti in chissà quali strutture sanitarie sparse in tutta Europa; bambini costretti a sospendere le cure oncologiche e strappati alle loro famiglie per essere assistititi fuori dall’Ucraina. Eccolo, il progetto barbaro di Vladimir Putin per “liberare” il Paese.

A raccontare la disastrosa situazione sanitaria nell’Ucraina martoriata è il ministro della Salute Viktor Liashko, 41 anni.

“Il nostro personale sanitario fornisce assistenza a tutti, soldati di Putin compresi. Siamo diversi dalla Federazione russa, aderiamo rigorosamente alla Convenzione di Ginevra, che è molto chiara a riguardo”. Il protocollo alla base del diritto internazionale umanitario è diventato la sua Bibbia e lo cita, quasi commosso, quando in un’intervista al Corriere della Sera, racconta dei suoi medici e infermieri che ogni giorno in ospedale onorano quel trattato, persino davanti al nemico.  “I  russi sono terroristi. Uccidono i civili, stuprano le donne e i bambini. È per questo che chiediamo a tutti i Paesi di non fare più affari con loro. Aiutateci con gli armamenti e vinceremo questa guerra”.

“Ad oggi – aggiunge Liashko – 346 strutture sono state danneggiate e 38 completamente distrutte. Cinque ambulanze sono state colpite. E questi sono i numeri che siamo riusciti ad avere dai territori da cui abbiamo informazioni, sono cifre che non includono i dati delle città sotto assedio, come Mariupol”. Al ministero della Salute ucraino non arrivano informazioni nemmeno dal Donbass “perché nell’area ci sono in corso feroci combattimenti, abusi, e la propaganda di Putin è più forte che mai. Posso però dire che continuiamo a pagare i salari di tutti i sanitari di Lugansk, Donetsk, Zaporozhye e di Kherson: anche se sono zone in mano ai russi, noi pensiamo ai nostri cittadini”.

Nel corso dell’intervista, Liashko spiega anche che l’Ucraina ha bisogno di più corridoi umanitari, ma che “non siamo supportati nemmeno dalla Croce Rossa, che non lavora come ci saremmo aspettati e come è richiesto dalla Convenzione di Ginevra”.

A tal proposito, proprio nei giorni scorsi, il direttore generale Robert Mardini si è difeso dalle critiche per una visita della Croce Rossa Internazionale a Mosca e dalle accuse di aver favorito le “evacuazioni forzate” dai territori occupati verso il confine russo. “Sono insinuazioni false – ha dichiarato – siamo un organismo neutrale”.

Di fatto, però, “sono settimane che chiediamo aiuto per istituire corridoi umanitari dai territori occupati”, spiega il ministro della Salute.” Per ora non abbiamo avuto risposte da loro. Spero ne arrivino presto. Senza questi corridoi non possiamo fornire ai civili medicinali salvavita, come l’insulina per i diabetici”. Quanto ai malati oncologici sono stati trasferiti all’estero, altri continuano le cure in Ucraina, nelle zone più sicure del Paese dove funzionano ancora i centri oncologici”.

Eccoli, i risultati dell”operazione speciale” di Putin: una vergogna sotto gli occhi del mondo che ha il dovere morale di impegnarsi ancora di più fino a fermarlo.