Votiamo il Mister piuttosto che il Premier

Ma non sarebbe meglio eleggere con voto popolare il C.T. della Nazionale, il Mister, piuttosto che il Premier? Forse no, perché il calcio, per quanto in decadenza, e sempre percepito come una cosa più seria della politica, e gli italiani chissà chi manderebbero sulla panchina azzurra. E poi lo vorrebbero sostituire con un voto di sfiducia ad ogni partita. Non si può fare. Non passeremmo un turno di qualificazione nemmeno per sbaglio.

E allora perché non eleggiamo direttamente Miss Italia? Tanto Sgarbi non è più nemmeno in giuria. Solo che, se facessimo così, chi le terrebbe più in un televoto le mamme delle Miss. Ci sarebbero brogli e tumulti peggio degli anni di piombo. Niente, nemmeno questa elezione diretta si può fare. Pure la metodologia di XFactor sembra più credibile e di garanzia di un premierato eletto così.

Ma non si poteva optare per un cancellierato alla tedesca? Qualcuno poteva mai pensare che la Merkel non fosse abbastanza forte? Sfido chiunque in Italia a ricordarsi chi era il Presidente della Repubblica federale di Germania ai tempi di Angela. Ma nel sistema tedesco c’è un equilibrio di poteri, molto calcolato, nel rispetto della governance, e soprattutto c’è una legge elettorale immutabile proporzionale rappresentativa delle scelte dei tedeschi. Ma c’è anche la sfiducia costruttiva, perché in questi tempi accelerati non si può andare ad una crisi di governo al buio.

Sterilizzare i poteri della Presidenza della Repubblica, diminuire il ruolo costruttivo delle Camere, disarticola l’impianto costituzionale. È come se in un attico costruissimo una piscina olimpionica piena d’acqua, la struttura del palazzo verrebbe messa a rischio per il peso insostenibile rispetto alle fondamenta. Cambiare totalmente l’equilibrio dei poteri costituzionali si può solo se si elegge un assemblea costituente, eletta proporzionalmente, e si lavora seriamente, in un tempo congruo.

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Le Costituzioni sono il contratto sociale che lega un popolo ad uno Stato, è la carta regolatoria che ricorda ai cittadini il perché ed il come vivere in una Nazione. Se il contratto non è soddisfacente, o si strappa, in una guerra civile, o si emigra per andare, nonostante l’appartenenza ad un popolo, verso un luogo che abbia regole del gioco più soddisfacenti. Quello che stanno facendo in silenzio i giovani italiani, soprattutto quelli con maggiori competenze. Per fortuna la Costituzione italiana prevede una maggioranza di due terzi e, in caso contrario, un referendum per essere modificata. Sappiamo come sono andati finire i referendum precedenti. Allora perché la Meloni lo fa? Per avere un exit strategy politica in caso di caduta. Non mi hanno fatto lavorare, sarà lo slogan della prossima campagna elettorale italiana.

Una piccola considerazione finale. Anche Israele aveva tentato la carta del Premierato, per poi ritirarla. Ve lo immaginate Netanyahu Premier eletto direttamente da una minoranza agguerrita ed accecata? Non avrebbe bombardato Gaza con testate convenzionali, avrebbe fatto una nuova Hiroshima, scatenando la terza guerra mondiale. La Meloni è donna razionale ed equilibrata, ma le riforme costituzionali non sono ad personam. Vi immaginate Premier, in una politica sempre più populista, il Gen. Vannacci o il Sindaco di Terni, senza un equilibrio di poteri? Immagina, puoi.