Un piccolo lucido ragionamento per tirare (forse) l’Italia fuori dai guai

Ripensare a Keynes. Ripensare alla sua proposta di lavoro, astinenza, inventiva per superare la crisi economica mondiale dell’inizio degli anni ’30 del ‘900, che attribuiva “a qualche guasto dei meccanismi immateriali della mente”. 

Ecco, oggi siamo di nuovo nella stessa situazione di emergenza. Le soluzioni proposte dal governo italiano per dare liquidità alle imprese, cercando sponda in aiuti europei che tardano ad arrivare, non sono misure sufficienti. O per lo meno non stanno dando nell’immediato le risposte che servono, complice un apparato burocratico che paralizza anche la migliore delle intenzioni. Però se i soldi alle imprese arriveranno quando saranno fallite, andranno in fumo centinaia di posti di lavoro e ogni prospettiva di sviluppo. Sul fronte europeo, poi, le cose vadano meglio. Il rendimento dei titoli di Stato italiani dall’inizio della pandemia è raddoppiato, con maggiori costi del debito che hanno le imprese. E di questi tempi è proprio ciò che andrebbe evitato. 

Il debito italiano a lungo termine nonostante gli interventi resta sempre di mezzo punto più alto di prima. Il rischio è che l’immane quantità di soldi che arriveranno dalla UE nel Belpaese non basteranno per metterne in sicurezza il sistema economico. I circa 200 miliardi di euro che transiteranno dall’Europa saranno in parte nuovo debito, in parte titoli che porteranno altri 300 miliardi in carta italiana nel bilancio della BCE. Basterà a garantire il finanziamento del deficit fino al 2023? Forse, ma la tenuta istituzionale dell’area euro è fragile. Fragilissima. I dubbi sulla stabilità restano, e sale il rischio che la recessione diventi crisi vera e propria.

Serve la terza via in Italia. Serve ripensare al “piccolo lucido ragionamento” di Keynes. Servono strumenti per stimolare la crescita, unico riparo per contenere il debito pubblico. Ma non basterà: servono soprattutto riforme per far ripartire il Paese, che siano convincenti sul piano internazionale per attirare la fiducia degli altri paesi.