Traditori dello Stato: condannare i poliziotti violenti è patriottico

È con il cuore pesante e una sensazione di rabbia fredda che leggiamo le rivelazioni dell’inchiesta sulla Questura di Verona. Questi atti di brutalità e razzismo non sono solo un tradimento della divisa che questi individui indossano, ma anche della fede che il popolo italiano ripone nelle sue forze dell’ordine.

È innegabile che le forze dell’ordine siano il pilastro del nostro stato di diritto. Sono loro, insieme alle istituzioni giuridiche, a garantire la nostra sicurezza e la nostra libertà. Quando alcuni di essi, come gli agenti della squadra Volanti della Questura di Verona, abusano di questo potere, non solo danneggiano l’immagine dell’intera forza di polizia, ma minano la fiducia pubblica nelle istituzioni stesse.

Che i servitori dello stato si comportino in questo modo è un tradimento di tutto ciò che rappresentano. La divisa che indossano simboleggia l’impegno a proteggere e servire tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica, e ogni volta che commettono un atto di violenza ingiustificata, sputano su quel simbolo. Ogni insulto razzista, ogni atto di prevaricazione fisica, è una macchia sulla loro divisa e una vergogna per tutti noi.

Reato di tortura, perché serve. E perché chi non lo vuole “è complice”

La triste verità, però, è che questo non è solo un problema di alcuni agenti corrotti. È un sintomo di un problema più profondo che affligge le nostre forze dell’ordine. Il fatto che queste atrocità siano avvenute in piena vista, in un “acquario” con una vetrata in plexiglass, e che nessuno sembra aver fatto nulla per fermarle, indica un livello di complicità che va ben oltre i singoli individui. Ciò richiede una riflessione seria e un’azione decisa.

Se vogliamo che le forze dell’ordine continuino a essere rispettate e considerate un pilastro della nostra società, non possiamo ignorare questo problema. Dobbiamo affrontarlo direttamente, con trasparenza e responsabilità. Questo significa punire coloro che commettono abusi, ma anche riformare la cultura interna delle forze dell’ordine, rafforzare la formazione etica e professionale degli agenti e migliorare i meccanismi di supervisione e controllo. Soprattutto, dobbiamo rinnovare l’impegno delle forze dell’ordine nei confronti dei principi di uguaglianza, giustizia e rispetto per la dignità umana.

Perché se le forze dell’ordine sono le prime a dover rispettare le regole, sono anche le prime a dover rispettare i valori fondamentali su cui si basa la nostra società. E questo, più di qualsiasi altra cosa, è ciò che significa indossare quella divisa.

Una destra sana ed equilibrata, quella che noi sosteniamo e rappresentiamo, non può fare a meno di esigere una condanna esemplare di quegli individui nelle forze dell’ordine che hanno dimostrato un completo disprezzo per il senso del dovere e della responsabilità. Non possiamo e non dobbiamo tollerare che coloro che sono incaricati di proteggere e servire la nostra società si comportino in un modo che è tutto fuorché conforme ai principi di dovere e responsabilità che noi difendiamo.