Tutto scritto. Tutto previsto. Tutto un bluff. L’incontro sulla delega fiscale tra il premier Draghi e il centrodestra che sostiene il Governo si conclude con la seguente dichiarazione di Matteo Salvini: “Un incontro positivo, distensivo, nelle prossime ore si lavora per risolvere i problemi. L’importante è che ci sia la certezza che nessuno paghi un euro in più”. Aveva e avevano fatto fuoco e fiamme, una sceneggiata indescrivibile sulla presunta batosta fiscale che il governo avrebbe spietatamente imposto agli italiani, ma era solo la solita sceneggiata, sbracciarsi, alzare i toni, urlare per racimolare qualche voto, tubando con le altre forze di maggioranza che scavano buche nel percorso del governo. Draghi ascolta, condivide l’approfondimento tecnico e rinvia il tutto a un nuovo incontro dopo Pasqua. Per Matteo Salvini e Antonio Tajani il confronto è “positivo”. La “soluzione” sarà certamente “condivisa”. Peccato che Draghi lo avesse ripetuto anche in arabo che non ci sarebbero stati aumenti delle tasse sulla casa, così come, sottolinea il premier, non ci sarà bisogno di uno stralcio dalla delega dell’articolo sulla riforma del catasto, che era stata contestato dal centrodestra (la norma sulla parificazione tra valore immobiliare a valore di mercato). Dunque sembrava che Forza Lega fosse pronta al sacrificio estremo, muoia sansone con tutti i filistei, e invece finisce tutto a tarallucci e vino, nel “clima costruttivo e di grande collaborazione”. Molto rumore per nulla. Il solito centrodestra senza bussola. Propaganda fatta sulla pelle degli italiani e arrivederci.