Biden insiste: “E’ genocidio”. Ancora testimonianze shock di stupri e violenze

Non lascia ma raddoppia. Il presidente degli Usa Joe Biden non solo non ritratta, ma conferma le accuse all’esercito russo che, per ordine di Vladimir Putin, sta compiendo un vero e proprio genocidio in Ucraina. “Sì, l’ho chiamato genocidio – ha ribadito Biden -. Le prove stanno aumentando, è diverso dalla scorsa settimana. Starà ai legali accertarlo, ma a me appare sempre più chiaro che sia genocidio”.

E mentre il vice ministro degli Interni ucraino Evgeny Yenin annuncia che “abbiamo acquisito più di 5600 casi documentati di crimini di guerra da febbraio ad oggi, troveremo i colpevoli e li puniremo”, si moltiplicano le testimonianze shock dei sopravvissuti sulle nefandezze dell’esercito russo compiute sulla popolazione civile ucraina. Un vero e proprio genocidio, come in Ruanda, come in Bosnia, come in Kosovo. Stupri di massa, torture, esecuzioni sommarie, soprattutto a discapito di donne e bambini.

“Sono stata violentata da un ragazzo ceceno – racconta alla BBC, come riporta Repubblica, una donna di 50 anni di un paesino vicino Kiev -, che mi ha portato via da casa minacciandomi con un fucile. ‘Sei solo una puttana nazista, spogliati o sparo’ mi ha detto”. Dopo la violenza, la donna è tornata a casa e ha trovato il marito moribondo: i russi gli avevano sparato all’addome. Lo stesso soldato ceceno è stato autore di altri stupri di donne nella stessa strada dello stesso paese. Ma testimonianze di questo tipo sono migliaia, raccolte dai funzionari che stanno raccogliendo i racconti dei sopravvissuti. In molti casi, le donne violentate e straziate per giorni da centinaia di invasori russi – soldati dell’esercito di Putin, mercenari, miliziani ceceni – non ce l’hanno fatta. Sono morte per le violenze o sono state giustiziate, i loro corpi sepolti sommariamente o fatti sparire non tanto per coprire il crimine commesso, ma per la decomposizione dei cadaveri che infastidiva i macellai russi.

“A Bucha venticinque donne tra i 14 e i 24 anni sono state violentate per 25 giorni dai russi – afferma Liudmyla Denisova, difensore civico presso il parlamento ucraino -. E’ successo nel seminterrato di una casa privata, dove erano prigioniere”. Lì i russi avevano allestito una specie di bordello privato, dove in centinaia hanno approfittato di ragazze e ragazzine rastrellate per strada, rinchiuse e usate come schiave del sesso. “Nove di loro ora sono incinte – continua Denisova -. I russi dicevano loro che le avrebbero violentate al punto che non avrebbero mai voluto più avere un rapporto sessuale, per impedire loro di avere figli ucraini ma di generarne solo russi”. Orrore su orrore. Particolarmente agghiacciante è, poi, la conversazione telefonica, riportata sempre da Repubblica e diffusa dallo Sbu (Servizio di sicurezza ucraino), tra un soldato russo e la moglie. “Vai e violenta le donne ucraine – dice la donna – ma dopo non raccontarmi niente che non voglio sapere niente, capito?”. Lui chiede “l’autorizzazione” a stuprare donne inermi: “Allora mi dai il tuo permesso?”. “Sì, ma ricordati di usare il preservativo” replica la moglie.

Intanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha tenuto una sessione straordinaria proprio sulle violenze ai danni di donne e bambini, con una equipe di medici francesi, esperti in indagini forensi, impegnati ad aiutare i medici ucraini con le autopsie sui corpi martoriati. Materiale per i processi che verranno. “La combinazione di un massiccio sfollamento, l’ampia presenza di coscritti e mercenari nelle truppe di occupazione e la brutalità contro i civili ucraini hanno fatto sollevare tutte le bandiere rosse” dice Sima Bahous, direttore esecutivo di UN Women, facendo riferimento “all’allarme estremo attivato per stupri e violenze sessuali di cui sentiamo parlare sempre più spesso”.

Intanto oggi una ventina di donne, con busta nera in testa e sangue (finto) sul fondoschiena, ha manifestato davanti all’ambasciata russa a Tallinn, in Estonia, contro lo stupro di massa delle ucraine. “I soldati russi violentano e uccidono donne e bambini innocenti in Ucraina – hanno detto gli organizzatori della protesta -. Le persone che sostengono questa guerra sostengono anche i crimini di guerra, omicidi stridenti di cui sono complici. Questo è il nostro messaggio ai sostenitori del regime di Putin, in Russia, Estonia e ovunque)”.