Che fase politica affronteremo dal 26 settembre prossimo? Per spiegarlo prendo spunto da alcuni passaggi finali del libro di Filippo Rossi “Dalla parte di Jekyll – Manuale per una buona destra”, che in modo emblematico danno il senso di ciò che ci aspetta.
“La buona destra deve ricominciare a fare la storia, deve ricominciare a difendere il primato della politica sull’economia e sulla tecnica – scrive Filippo Rossi -. Questo fanno, per noi vigliacchi ed egoisti, i coraggiosi che affrontano il mare e l’ignoto. Questo fanno gli eroi. Questo deve provare a fare una buona destra”.
Ricominciare a fare la storia affrontando il mare e l’ignoto. È una fotografia che emoziona, ci deve emozionare. In questo mare aperto non ci andiamo sprovveduti, non siamo Ulisse che affronta le colonne d’Ercole, ci portiamo le altre 182 pagine che rappresentano la nostra visione delle cose. Renew Italia è una scommessa prima di tutto con noi stessi, è quel ricominciare a fare la storia dove contano poco le forme, le sigle, simboli e bandiere, ma conta la nostra volontà di mettersi in gioco. Non limitiamoci a essere corrente, area, fondazione o altro. Dobbiamo essere ambiziosi, ci dobbiamo sentire e voler essere classe dirigente consapevoli che nulla ci verrà regalato ma tutto ce lo dobbiamo conquistare in base alle nostre capacità, tenendo alta, noi per primi, la bandiera del merito.
Non perdiamo tempo a cercare le contraddizioni, non facciamoci condizionare da queste, guardiamo avanti. La politica è di per sé piena di contraddizioni: risolta una, se ne presenta subito un’altra. Ragionare su cosa sono stati Italia Viva, Azione, su Renzi, Calenda come condizione per decidere se essere parte o meno ci distoglie dall’obiettivo: ricominciare a fare la storia.
La storia ricomincia con Renew Italia o come si chiamerà. Deve rappresentare prima di tutto l’opportunità di riscrivere il vocabolario della politica, ridare senso alle parole oggi terribilmente inflazionate dove conservatorismo, progressismo, riformismo vogliono dire tutto e il suo contrario e dove si è smarrito il significato della parola destra e il suo nesso indissolubile con la parola liberale.
Deve rappresentare il primo fondamentale passo per rinnovare il nostro sistema politico drammaticamente collassato e che il fatto che nasca un partito liberale popolare riformista spinga la sinistra a costruire quel partito socialdemocratico che doveva nascere a ridosso della caduta del muro di Berlino.
È la rivoluzione della normalità. Ricominciare a fare la storia scrivendo ciò che vogliamo essere e non essere, non è fare un manuale di istruzioni all’uso, ma è fare cultura politica, individuare i valori che ispirano la sua quotidianità, quello che manca alla sgangherata classe politica di oggi. Tutto questo è buona destra.
Dobbiamo essere tenaci e testardi nel tessere la nostra tela, consapevoli che noi siamo gli innovatori e quindi forti di questo, pazienti, pragmatici, verso i compagni di viaggio perché per noi la parola inclusione è elemento identitario non negoziabile. Essere classe dirigente significa questo, è il riaffermare quel primato della politica che oggi si è perso sotto i colpi nefasti del bipopulismo da guelfi e ghibellini.
Il risultato elettorale delineerà la cornice dentro il quale il progetto Renew dovrà cominciare ad essere edificato, non la sua possibilità o meno, ed è questo principio che lo rende già unico e credibile. Certo le novità, i cambiamenti repentini, creano smarrimento perplessità ma ora è tempo di diventare architetti e ingegneri.
Ricominciamo a fare la storia ma la storia difficilmente da una seconda opportunità.