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Quelle maestre di Odessa che sfidano le bombe usando la Dad

Le domande partono da Odessa, le risposte arrivano da Chisanau, Berlino e Madrid. La matematica e l’inglese sono diventati divertenti. La forza e il coraggio del popolo ucraino è anche nella forza delle maestre che, dopo la pandemia, utilizzano la didattica a distanza per proseguire il programma e non abbandonare gli scolari accolti in tutta Europa.

E’ grazie a loro, rimaste sotto le bombe, se il programma scolastico può andare avanti. Molti bambini non hanno libri né quaderni, lasciati durante la grande fuga dalle loro case, ormai ridotte ad un cumulo di macerie. Ma grazie alla tecnologia si può sopperire: tablet e telefonini diventano così lo strumento non solo per insegnare, ma per tenere unita la scolaresca. C’è chi si collega dall’Italia, chi dalla Francia, o dalla Spagna. Molti sono in Romania e qualcuno è rimasto invece in Ucraina, magari scappato in una casa di campagna.

A Chisinau, riporta ad esempio l’Avvenire, in una casa gestita dalla diocesi cattolica, i bambini si danno appuntamento all’ora della colazione. L’insegnante di inglese li contatta da Odessa: i primi minuti i piccoli li dedicano a scambiarsi opinioni, a domandarsi come vanno le cose, se hanno trovato giocattoli nella loro nuova vita di piccoli profughi. Non hanno perso il sorriso, ma è un sorriso carico di malinconia. C’è una domanda che si fanno tutti: “Hai notizia del tuo papa?”. Quasi nessuno infatti ha raggiunto i ripari nel resto d’Europa con i padri al seguito. Gli uomini sono rimasti in Ucraina, chi per combattere, chi per continuare a far funzionare la cosa pubblica.

E adesso, racconta ancora l’Avvenire, anche le donne medico vengono richiamate in patria. Una di loro ci racconta con tristezza il programma delle prossime ore: dovrà lasciare i due bambini in consegna ai volontari della Caritas e ai sacerdoti perché deve tornare al lavoro in un ospedale nella regione di Odessa.

Alcuni bambini vengono dal Donbass, dopo aver viaggiato per giorni su treni e vecchie corriere, pur di sottrarsi con le loro famiglie al pericolo di venire evacuati in Russia.
Nei distretti di Donetska, Kharkivska, Luhanska e Zaporizka sono state segnalate dalle agenzie umanitarie internazionali “preoccupazioni per la sicurezza”. Nel 75% del territorio visitato dagli osservatori indipendenti sono stati segnalati danni alle case. Nell’88% del territorio di quegli oblast il livello di danni alle infrastrutture civili critiche, come scuole, centri industriali, poli sanitari “è motivo di grave preoccupazione”.
Restrizioni agli spostamenti all’interno dei centri abitati sono segnalati nel 94% degli insediamenti osservati, con movimenti in entrata e in uscita dali villaggi limitati o completamente impediti nel 33% dei casi, tra cui Izium (Kharkivska oblast), Mariupol (Donetska oblast), Popasna, Rubizhne e Sievierdonetsk (Regione di Luhanska).

I bambini tutto questo lo sanno. Lo sentono e lo vedono negli occhi delle loro mamme. E seppur le maestre provino a cambiare discorso, le domande di oggi torneranno a viaggiare da remoto anche domani tra questi bambini innocenti.