La parata per la Giornata della Vittoria per Putin doveva essere il giorno della ‘missione compiuta’ in Ucraina. Non è andata così. Nel suo discorso sulla piazza rossa, Putin mostra tutta la sua debolezza. La guerra non è vinta. E bisogna spiegarlo ai russi, alle famiglie che continuano a vedere le bare dei loro figli tornare a casa senza un risultato concreto. Non è neppure l’annuncio di una nuova offensiva, bensì la rivendicazione di quello che sapevamo già: la Russia dopo il fallimento della prima offensiva ora punta al Donbas e a tenersi la Crimea.
Putin celebra la vittoria sovietica sul nazismo, dice che fu possibile grazie agli Alleati ma accusa Washington di aver impedito ai reduci Usa della Seconda guerra mondiale di andare a Mosca. Il discorso è un concentrato di propaganda antiamericana e antioccidentale. Il presidente russo ripete la propaganda sulla ‘guerra di liberazione’ e per la libertà (sic).
Cerca di rimotivare la truppa: “Mi rivolgo ora alle nostre forze armate e alla milizia del Donbass. State combattendo per la madrepatria, per il suo futuro, affinché nessuno dimentichi le lezioni della seconda guerra mondiale,” a quanto pare l’obiettivo non è più Kiev. Attacca la Nato, spiegando che l’Ucraina è stata invasa per fermare l’allargamento della Alleanza a Est.
“La Nato rappresentava una minaccia ai nostri confini, l’intervento è stato preventivo”. “Erano in corso i preparativi per un’altra operazione punitiva nel Donbas, per un’invasione delle nostre terre storiche, compresa la Crimea”, ancora bugie ai russi, insistendo sui territori finiti in mano ai separatisti. “Gloria alle nostre valorose forze armate! Per la Russia! Per la vittoria! “, una esaltazione che sembra fuori luogo considerando i magri risultati ottenuti dai generali intorno al presidente russo.
Intanto i separatisti sfilano a Mariupol, la città occupata dalle forze russe, dove la resistenza ucraina combatte nell’acciaieria Azovstal. Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, va in strada con i suoi agitando un enorme drappo grigio e arancione. Il Cremlino aveva data per conquistata Mariupol un mese fa.
La risposta di Zelensky arriva dalle strade di Kiev: “Non dimenticheremo mai cosa fecero i nostri antenati durante la seconda guerra mondiale, che uccise più di otto milioni di ucraini. Molto presto ci saranno due giornate della vittoria in Ucraina mentre qualcuno non ne avrà nessuna”. Zelensky parla di “parata della vittoria, la vittoria dell’Ucraina”.
E ancora: “Colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini del regime di Hitler, seguendo la filosofia dei nazisti e replicando tutto quello che hanno fatto. E’ condannato. Perché è stato maledetto da milioni di antenati quando ha cominciato ad imitare il loro assassino. E allora perderà tutto”. Nel suo video, Zelensky non nomina neppure una volta Vladimir Putin.