Quanto vale la resistenza ucraina? Meno di un cappotto termico nuovo

Gli sforzi dell’Unione Europea a sostegno dell’Ucraina hanno raggiunto un nuovo apice, superando, escluse le forniture militari, gli ottanta miliardi di euro dal 24 febbraio 2022 ad oggi.

L’assistenza finanziaria, proveniente principalmente da fondi dell’Unione Europea, ha contribuito a fornire un sostegno cruciale in settori chiave come l’assistenza umanitaria, la ricostruzione e lo sviluppo socio-economico. Eppure, pur aggiungendo gli aiuti forniti in armamenti, mezzi e attrezzature belliche, la somma totale si attesta ben al di sotto dei centotrenta miliardi destinati al Superbonus 110 per cento.

L’Italia non brilla per la generosità dei suoi contributi. Con un impegno totale di poco meno di un miliardo e mezzo, di cui la metà di natura militare, si posiziona al ventottesimo posto nel ranking globale della coalizione di paesi solidali con la resistenza ucraina. Un risultato che la colloca tra i contributori più modesti d’Europa, insieme a Francia e Spagna.

Ciò implica che 450 milioni di cittadini europei hanno investito una somma molto inferiore rispetto a quanto Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri hanno elargito per rinnovare l’isolamento termico e le facciate di alcune centinaia di migliaia di edifici residenziali.

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La mancanza di priorità attribuita all’Ucraina solleva dubbi sulla profondità dell’impegno italiano nei confronti di una crisi internazionale di proporzioni epiche. Questo atteggiamento viene nascosto da un’apparente solidarietà atlantica, sfruttata da Giorgia Meloni in ambito internazionale. In realtà il modo in cui la politica italiana tratta la questione riflette una certa indifferenza per la sofferenza del popolo ucraino e un’apparente sottovalutazione delle possibili conseguenze di una vittoria di Putin.

La resistenza ucraina rappresenta una lotta per la libertà e l’indipendenza, principi che alcuni sembrano considerare culturalmente sopravvalutati e politicamente retrocessi. Molti italiani sembrano illudersi pensando che una pace apparentemente offerta da Putin sia gratuita e che la sottomissione degli ucraini sia preferibile alla costosa resistenza che stanno portando avanti.

Citando Carmelo Palma: “Se Chamberlain, scegliendo con Hitler il disonore ebbe anche la guerra, i suoi epigoni europei e italiani scegliendo con Putin la resa avrebbero anche la rovina, che sono proprio gli ucraini oggi a tenere, non sappiamo per quanto, lontana dai confini dell’Europa.”