Tra pochi mesi ci sono le europee, che sono molto più importanti del passato. C’è una guerra al confine Est, una al confine Sud, un tema ambientale che colpisce l’Europa ed i suoi abitanti, “gretini” o meno, c’è una scarsa competitività sia nei confronti degli Usa che dell’Asia. E l’Italia? L’Italia va in ordine sparso. Con spaccature tra i poli evidenti. Quella più eclatante è tra Meloni e Salvini.
Lo scenario probabile, è già successo cinque anni fa quando gli conveniva meno, è che Salvini inneschi una crisi di maggioranza dopo le europee. La scusa politica è pronta, il tradimento delle promesse elettorali. Con Meloni fronte pro Ursula e Salvini contrario. Ma perché lo dovrebbero fare? Perché senza riforme, e né Premierato, né Giustizia, né soprattutto Autonomia differenziata, risulterà chiara l’inagibilità politica di questa stagione.
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Inoltre le dinamiche inflattive stanno continuando ad erodere il risparmio, per chi ce l’ha, degli italiani, ed i governi senza risorse puzzano come il pesce. Inoltre nel 2025 ci sarà la corsa al governo dei territori con 6 grandi e determinanti regioni al voto, e questo farà implodere tutti gli attuali accordi politici. I punti di innesco della crisi degli attuali equilibri si chiamano ovviamente Zaia e Toti nel centrodestra ma anche De Luca nel centrosinistra. Quindi è probabile che dopo le europee assisteremo a strappi e posizionamenti che porteranno ad una crisi di governo. Con un Mattarella con pieni poteri e magari un Draghi a Bruxelles. Non certo un bello scenario per il sovranismo.