La ‘Pravda’ di Giorgia

Gli ‘Appunti di Giorgia’, come ben sanno gli assidui dei social, sono una rubrica inaugurata da qualche tempo dalla Meloni. Si tratta di un appuntamento senza cadenza fissa, pubblicato meno di dieci volte, soprattutto in momenti in cui il governo affronta difficoltà simili a quelle passate, come con i prezzi della benzina.

La ‘Pravda’ di Giorgia interviene nei momenti di bisogno. Parla direttamente al suo popolo senza intermediari o contraddittori. Questo metodo di comunicazione personalizzato le permette di rivolgersi al pubblico proprio come vuole: usando parole, espressioni e contenuti che, indipendentemente dalla realtà oggettiva, evocano la sua identità e, per riflesso, quella dei gruppi di cui cerca di guadagnare il consenso politico. E ciò avviene senza tener conto della veridicità delle affermazioni, né del comportamento istituzionale, dell’autorevolezza e della competenza che dovrebbero caratterizzare invece un Presidente del Consiglio, soprattutto su argomenti delicati come le banche, il salario minimo, la povertà e l’immigrazione.

Oggi, ad esempio, la ‘Pravda di Giorgia’ ha anticipato, con buona pace di Calenda,l’esito dell’incontro con le opposizioni di venerdì sul salario minimo, dichiarando ai suoi fan: “Perché non ho accolto la proposta sul salario minimo così come viene presentata? Perché se stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione, si posizionerebbe al centro. Quindi, il salario minimo potrebbe finire per essere inferiore al minimo contrattuale previsto, diventando un riferimento sostitutivo e non aggiuntivo, peggiorando i salari invece di migliorarli.’
Amen
Gli ‘Appunti di Giorgia’ hanno spesso anche un tono didattico. Ad esempio, ha spiegato – provocando l’ilarità di Marattin – che “quando la banca centrale aumenta i tassi di interesse, i prezzi aumentano“.
Come direbbe Mario Draghi: “Perdonali, perché non sanno quello che fanno…e dicono.”

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Ma c’è di più. La ‘Pravda di Giorgia’ sostiene ad esempio che “l’abolizione del reddito di cittadinanza è una falsità” o che la tassa sugli extraprofitti “non è una tassa su un margine legittimo, ma su un margine ingiusto” è così via su tanti altri argomenti…

Tutto ciò avviene in un’atmosfera sempre più “sovietica”. Leggere e interpretare gli ‘Appunti di Meloni’ è come leggere la Pravda durante l’epoca sovietica. È il modo migliore, per chi ha le competenze, di conoscere la linea ufficiale del governo, al di là delle dichiarazioni ufficiali di ministri e sottosegretari, come ben sanno Giorgetti e Nordio. Insomma, come per il giornale dell’URSS, gli ‘Appunti di Giorgia’ sono ciò che tutti “devono” leggere sia all’interno che all’esterno e rappresentano un rigido ed acritico strumento di propaganda.

E chissà se è questo “clima” che ha spinto un liberale come Toti a dichiarare: “La manovra sugli extraprofitti delle banche, tassati al 40% in modo retroattivo, non mi convince. Non è cosa da liberali, ma da marxisti“.

Ai i prossimi ‘appunti’ …di Giorgia si intende, l’ardua sentenza