Mediterraneo

Migrante ed eroe: salva bimba dalle onde del Mediterraneo

Si fa un gran parlare dei numeri, ignorando che dietro ogni sbarco, dietro ogni naufrago c’è una storia. L’ultimo rescue, quello della Geo Barents di Medici Senza Frontiere, del 27 giugno scorso, è stato particolare: da un lato drammatico perché sono morte 30 persone, dall’altro ha avuto del prodigioso. Le vittime purtroppo son passate a miglior vita prima dell’arrivo dei soccorritori, che sono stati in grado invece di salvare 71 persone (uomini, donne e bambine), rimaste aggrappate per ore alle assi o ai tubolari del gommone sfondato. Ma c’è di più, tutti sono rimasti colpiti da un’immagine: una bambina di quattro mesi con una maglietta gialla, raccolta al volo da un soccorritore e rianimata già sul rhib.

Come racconta un’inviata de “La Stampa” se un ragazzo del Togo non l’avesse conservata gelosamente, sdraiato su un asse del gommone bagnata dall’acqua, come su una tavola da surf alla deriva, nessun soccorritore di MSF avrebbe potuto salvarla. Il racconto del giovane straziante: intorno alle tre di pomeriggio, dopo 16 ore in mare, l’acqua ha cominciato ad entrare nel gommone. «Abbiamo cercato di svuotarlo» e con ogni mezzo. Con le mani, con le bottigliette vuote. Poi il panico, la paura di non farcela. Il saper nuotare ha permesso al ragazzo di trarre in salvo tante persone, tra cui bambini. Anche la neonata con la maglietta gialla. «Togolese! Togolese! Aiuto! Vieni qui!». Si è dato da fare, il giovane ha nuotato disperatamente, aggrappandosi con le unghie alla vita. E ha tenuto la bimba sulle spalle per ore. Per lei il lieto fine, per tanti altri no.

Il Mediterraneo, purtroppo ancora tomba d’acqua. Una tragedia difficile da esprimere a parole: bambini che impotenti hanno assistito alla morte di altri bambini, madri che hanno perso i figli, il cadavere di una donna incinta a bordo. Sono soltanto alcuni flash di un viaggio doloroso, agghiacciante. «Sono partito con sei amici, sono morti tutti. Non sono riuscito a salvarli, non li ho nemmeno visti», le parole del ragazzo togolese che ha salvato la bambina con la maglietta gialla.