Riforma concorrenza, a chi conviene bloccarla?

Il dl concorrenza è inchiodato al Parlamento dal luglio 2021 e dopo la fumata nera al ministero è scattata la protesta dei tassisti. Oggi e domani, con manifestazioni a Roma ma anche presidi a Milano.

L’incontro in extremis di ieri tra la viceministra Teresa Bellanova e i sindacati è durato molto a lungo, ma non ha prodotto i risultati sperati. Zero margine di trattativa. “Non vogliono stralciare l’articolo 10 dal Ddl concorrenza ma solo rivedere il testo nelle parti non sostanziali – spiegano i sindacati – . Non ci sono rassicurazioni, ma siamo sempre più convinti che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un Ddl concorrenza, ma attraverso un procedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati”.

Mille i  tassisti presenti al corteo partito da Piazza della Repubblica a Roma alle 8 di questa mattina, 200 a Torino e altrettanti a Milano. Nella Capitale una frangia di tassisti, dopo la fine del corteo, si è diretta sotto Palazzo Chigi, dove molti di loro hanno cominciato a tirare bottigliette d’acqua di plastica in mezzo alla strada.  All’urlo «la licenza non si tocca», vengono sventolate bandiere tricolore e delle sigle sindacali presenti, tra cui Usb Taxi e Uritaxi. Momenti di tensione ci sono stati tra i tassisti e le forze di polizia che li hanno contenuti.

Come accennato, l’obiettivo auspicato dai tassisti è lo stralcio dell’articolo 10 del ddl concorrenza. «È un modo per affossare la categoria in favore delle multinazionali – spiegano i tassisti torinesi – Abbiamo licenze, e abbiamo fatto sacrifici per averle. Non vogliamo che tutto ciò venga distrutto per fare un favore alle multinazionali».

Lo sciopero, fatte salve le fasce di garanzia, andrà avanti fino alla mezzanotte di domani. «Non è ancora chiaro chi abbia inserito l’articolo 10 nel ddl concorrenza», sottolinea Carlo Di Alessandro di Federtaxi Cisal. E sull’incontro di ieri con la viceministra ai Trasporti Teresa Bellanova sottolinea: «Siamo pronti al confronto ma non alla delega in bianco al governo, è inaccettabile. Vogliamo l’Intervento del Parlamento». Ecco qua il risultato di un conflitto tra le constituency dei partiti che, di fatto, blocca una riforma fondamentale per il Paese.

 

 

 

«Il ddl concorrenza è inchiodato in parlamento da luglio 2021 perchè i partiti danno retta alle loro constituency. Anche oggi, infatti, assistiamo ad uno sciopero, non entro nel merito se hanno ragione o torno ma è un ulteriore sciopero. Il dato di fatto è che una riforma è inchiodata in parlamento con tante altre». Sono le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell’assemblea Ucimu a Sesto San Giovanni.