“Bisogna agire subito, per decreto. Perché su stupri e femminicidi no? Non le sembra urgente?” Con queste parole pregnanti, Mara Carfagna, presidente di Azione, ha acceso un faro sull’ombra di Caivano, sottolineando l’urgente bisogno di affrontare la violenza di genere. La sua posizione è chiara e risoluta, e come chi ha già guidato ministeri cruciali come le Pari opportunità e per il Sud, la sua offerta di collaborazione al governo non è una mera cortesia, ma una richiesta di azione concreta.
Riflettendo sulla recente visita di Giorgia Meloni a Caivano, Carfagna evidenzia l’importanza della presenza dello Stato in territori martoriati come questo, pur esprimendo rammarico per le occasioni mancate. “Mi spiace si sia persa l’opportunità di fare il punto sugli interventi programmati e finanziati dal precedente governo su mio input,” ha osservato.
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Il filo rosso che lega gli atroci episodi di violenza è, per Carfagna, “La visione della donna come oggetto, preda, proprietà del più forte”. Un problema che, come sottolinea, ha radici culturali profonde. E in un’epoca dove la giovane età dei colpevoli solleva ulteriori interrogativi, Carfagna argomenta che la soluzione richiede una “alleanza forte tra società e istituzioni”, ed essa non piò essere una semplice soluzione da lanciare in pasto a chi ha paura e vorrebbe che le cose cambiassero. E quindi è inutile parlare, come è tornata a fare la Lega di Salvini, di castrazione chimica, mero “slogan per fare la faccia feroce” ma in realtà “impossibile, inapplicabile”, proprio come il blocco navale.
Ma la sua critica non si ferma alle questioni di genere. L’attenzione del governo, o la mancanza di essa, verso il Sud emerge come un ulteriore punto di frizione. “La mancanza di risposte chiare mi dice che questo governo non ha abbastanza attenzione per il Sud”, conclude, ponendo l’accento sulla necessità di una maggiore focalizzazione su queste aree cruciali.
