Ma perché non eleggiamo direttamente i parlamentari?

Ve lo siete mai chiesto perché, dopo 50 anni di elezione diretta proporzionale, non eleggiamo più i nostri rappresentanti in Parlamento?

Oggi c’è una gran discussione sul Premierato lanciato non si sa da chi, visto che la Meloni contesta alcune norme, altre la Lega, altre la stessa FI che risulterebbe assolutamente ancillare, se va bene, se passasse questa riforma. La riforma propone al cittadino di votare il suo Premier, quello che lo soddisfa di più, che gli aggrada, di cui inconsciamente si fida. Ovviamente è un voto poco consapevole. Quanti italiani conosceranno il Premier così a sufficienza per votarlo? Pochissimi, gli altri lo conosceranno attraverso il web, i media televisivi, i giornali. La differenza tra un candidato Premier ed un candidato vincitore di XFactor con il tasto verde del telecomando è quasi nulla.

Mentre una volta i candidati del proprio collegio, eletti con le preferenze, erano conoscibili, la vicina di casa ne poteva parlare o sparlare, così i compagni di scuola o i professori, o i compagni di lavoro o di sindacato. I cittadini in gran parte conoscevano, e potevano controllare, il candidato al Parlamento. Magari erano stati ai tanti comizi che era costretto a fare, potevano passare dal suo comitato elettorale, e soprattutto in comunità non enormi si sa tutto di tutti. Per cui se votavi una persona poco raccomandabile, o un idiota totale, ne eri pressoché consapevole. Oggi vengono nominati dagli unici scelti dall’opinione pubblica, i capi partito. Nel prossimo Premierato non solo i candidati del partito, ma anche quelli della eventuale coalizione saranno sotto nomination del candidato Premier. Di fatto un Parlamento di paggetti, soggetti a votare la fiducia e basta, anche perché se sbagliassero a votarla una volta la seconda sarebbero a casa con lo scioglimento automatico delle Camere. Come li chiameresti questi? Parlamentari senza vincolo di mandato, come aveva previsto sapientemente la Costituzione, o impiegati del Capo con la lettera di licenziamento firmata in bianco? A cosa servirebbe un Parlamento del genere? A fare finta di essere in una democrazia?

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Se si vuole avvicinare il cittadino alle scelte si deve poter scegliere, dando una preferenza, come nei consigli comunali o regionali, il proprio rappresentante. Uno che puoi conoscere, non uno visto su Chi o su FB. Ma questo sarebbe pericoloso per i Capi, i cosiddetti leader, perché dovrebbero convincere questi soggetti, liberi ed autonomi di un loro convincimento, a votare leggi e decreti. Praticamente dovrebbero riprendere a fare quella fatica immensa che si chiamava politica, invece di regnare senza remore. Ma quale sarà il motivo per cui abbiamo abbandonato la democrazia rappresentativa precedente al 1994? Alcuni dicono la corruzione, come se fosse scomparsa, altri, più tecnici diranno la Governance, troppi governi e poca durata. Ma perché nella seconda Repubblica abbiamo dimezzato il numero dei governi rispetto alla Prima? Ma quando mai. Se vuoi tenere in piedi una maggioranza, e quindi una governance, basta introdurre come i razionali tedeschi la sfiducia costruttiva, per cui mai più crisi al buio. In Germania i governi durano per questo motivo. E per un secondo accorgimento, la soglia di sbarramento, idonea a portare in parlamento una reale proposta politica sentita dalla gente, e sufficientemente alta per eliminare ricattatori e seminatori di zizzanie. In Germania i partiti, ed i gruppi parlamentari, sono pochissimi, come nell’Italia del proporzionale. A Sinistra c’era un solo, vero, partito, dall’altro lato un pentapartito che di fatto era uno, solo con sfumature plurali. Poi a parte c’era l’MSI, che era fuori sistema, ma costituzionale, se non scantonava in Ordine Nuovo o altre sigle, che finivano regolarmente fuorilegge.

Oggi abbiamo una decina di sigle, con fantomatici leader senza politica e visione della società, se non presa da guru dei colori o da Tolkien. Riportare le cose per terra, avvicinare gli elettori alla politica è possibile, se si fanno delle cose di buon senso. Oppure si può scegliere di rendere evanescente, digitale, multilevel, il rapporto tra elettori e politici, cosa profondamente impolitica. La democrazia più decidente del mondo è quella Americana, con tutti gli errori che l’assalto al Campidoglio ha fatto emergere. E perché è stato assalito? Perché nonostante il presidente americano viene fintamente eletto direttamente, lì ci sono dei delegati, i Caucus, il Congresso, eletto separatamente ed in altro momento, può metterlo in crisi. C’è un bilanciamento dei poteri. Premier e Presidente della Repubblica coincidono, ma il Congresso è forte, autonomo, e a volte di segno opposto. Da noi si fa finta, con questa riforma, di mantenere un Presidente della Repubblica, ma che di fatto risulta quasi un impiegato del catasto, il Parlamento non conta più nulla, e rimane solo il Premier eletto dal popolo, che si prende la maggioranza dei seggi anche se il suo raggruppamento arriva al 30%. Questa riforma non è una legge elettorale “porcella” che può essere cambiata in via ordinaria, è una riforma costituzionale. Oggi c’è Meloni, e se domani Dibba prende il 30 che facciamo? Emigriamo tra Mexico e Nuvole?