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L’esercito russo in ginocchio, se Putin va avanti è finito

In tre mesi abbiamo capito molte cose sulla Russia di Putin. La prima è che l’invasione dell’Ucraina come se l’era immaginata il boia del Cremlino è fallita. La seconda è che il tanto glorificato esercito russo tutto appare meno che professionale. La Russia ha investito per anni il triplo di Francia o Gran Bretagna nella spesa militare, poi, al dunque, contro un esercito più piccolo ma con una strategia, più preparato, meglio equipaggiato, ha perso circa 16mila uomini, oltre 1600 tra carri armati e blindati. Non è riuscita a coordinare l’attacco da terra, cielo e mare. Sul Mar Nero ha perso pure la sua ammiraglia. Le truppe ad un certo punto hanno mollato, hanno iniziato a disertare, e i generali non sapendo più che pesci pigliare, pur di strappare qualche risultato da rivendersi col Cremlino hanno iniziato a terrorizzare i civili, a bombardare le case, a far ammazzare, stuprare e torturare.

In tre mesi abbiamo anche capito che la Russia non è una superpotenza. Ha una popolazione tra Bangladesh e Messico, una economia tra Brasile e Corea del Sud, esportazioni fra Taiwan e la Svizzera. L’invasione e il modo brutale con cui è stata condotta sta alienando anche le simpatie dei non allineati come l’India o il Sud Africa verso Mosca, sottolinea l’Economist. A Putin ora non resta che la forza militare. Le invasioni degli ultimi vent’anni. I mercenari sparpagliati in Africa, Medio oriente ed Europa orientale. Putin non ha una diplomazia degna di questo nome. La Cina esercita il suo potere in questo modo ed è una superpotenza, la Russia no. Ora che i russi hanno indietreggiato dopo aver capito che non potevano conquistare Kiev, perderanno altre attrezzature, munizioni, soldati per prendersi il sud e parte dell’est ucraino, sempre che ci riescano.

Ma l’umiliazione che il regime di Mosca sta subendo in Ucraina è pericolosa. Putin e il suo esercito saranno sempre più deboli e incattiviti, colpiranno sempre di più i civili per mostrare la propria forza, in Ucraina e altrove se il regime resterà al suo posto. La Russia ha solo una caratteristica delle superpotenze: le armi di distruzione di massa. Può usare l’atomica. Putin sa che se superasse questa linea rossa il suo regime verrebbe spazzato via. Il capo del Cremlino è psicopatico ma non  stupido. Quindi si torna al punto precedente. Un regime indebolito, incattivito, che non si fa scrupoli nel commettere atrocità. Ecco perché dobbiamo investire nella spesa militare. Ecco perché serve la NATO e in prospettiva un esercito europeo. Ecco perché bisogna essere pronti in futuro.

Se Putin dovesse azzardarsi a toccare i Paesi Baltici, o sconfinare altrove, là dove la NATO con le sue regole attuali può intervenire, i russi devono avere chiaro che sarebbero sconfitti a tavolino. Che non avrebbero chance sul terreno. Il modo migliore per sconfiggere Putin è impedirgli di combattere. Il regime deve capire che se va avanti, e ci prova ancora, è finito.