Le città: fulcro per le politiche sociali, ambientali e produttive

di Alessandro Giuliano Peru

Quando parliamo di ambiente, lo facciamo principalmente pensando all’inquinamento e alle sue conseguenze sulla preservazione del delicato sistema ecologico, della salute umana e dell’impatto sulle comunità.

I problemi ambientali sono tanti. Troppi. Basta pensare ai:cambiamenti climatici, l’inquinamento marino e delle acque fluviali, la perdita della biodiversità, la desertificazione, la riduzione dello strato di ozono, la diffusione delle plastiche e microplastiche, l’estinzione delle specie animali, la generazione dei rifiuti e molti, molti altri ancora. Su tali problematiche,abbiamo tutti una differente percezione che dipende dal contestoterritoriale in cui viviamo. Secondo il rilevamento dell’Annuario statistico 2019 (ISTAT), i problemi ambientali maggiormente percepiti dagli italiani sono in ordine di importanza: l’inquinamento dell’Aria; i cambiamenti climatici; la produzione e smaltimento dei rifiuti; l’inquinamento Elettromagnetico e la rovina del Paesaggio.

Tutte e cinque le problematiche ambientali rilevate nell’annuario Istat, non sono solo dei problemi ambientali riconosciuti a livello globale, ma sono evidentemente problemi presenti e percepiti nelle città metropolitane. Le città, oggi, sono il centro principale della vita sociale, aggregativa e anche produttiva del paese. Sempre maggiori attività produttive si trovano in prossimità dei centri abitati per beneficiare dei migliori collegamenti logistici per il trasporto dei beni di produzione.

Il ruolo e l’importanza delle città in tutte le politiche è crescente, poichè secondo il “World Urbanization Prospects 2018” delle Nazioni Unite, nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree nelle città. Questo sia perché le città rappresentano sempre più il centro vitale delle opportunità lavorative e sociali, sia per le problematiche legate agli eventi climatici estremi, come le più alte temperature in molti territori con la conseguenza del nuovo fenomeno delle migrazioni climatiche. Ove molte persone lasciano i centri rurali per raggiungere i centri abitati. Pertanto le città sono e saranno sempre di più, il cuore pulsante delle attività sociali e produttive dei Paesi. Le città saranno dei luoghi che avranno delle profonde trasformazioni di sviluppo in cui il modo di vivere, di interagire e di produrre sarà completamente diverso dal passato. Dal punto di vista ambientale, i centri urbani dovranno implementare le politiche ambientali su moltissimi fronti e la positiva riuscita di questo lavoro deciderà la qualità della vita dei cittadini.

La Buona Destra ritiene che le città di oggi devono trasformarsi incittà intelligenti del domani. Devono cambiare oggi, diventare resilienti e saper interpretare le sfide ambientali che impattano sul benessere e sulla qualità della vita dei cittadini. Per fare questo, va ripensato in modo fattivo il modello urbano attuale attraverso l’attuazione di modelli sostenibili e un maggiore uso delle tecnologie per renderle intelligenti “smart”. Le città intelligenti sono città che attraverso l’innovazione tecnologica, le politiche sullo smartworking, il miglioramento dei servizi urbani e la tutela dell’ambiente, migliorano gli standard di vita della collettività.

La Buona Destra intende fare delle proposte concrete e mirate per una concezione nuova di città e di ambiente metropolitano che tiene conto di sei dimensioni:

1. Smart People: i cittadini che devono essere coinvolti e resi partecipi al processo decisionale bottom up (dal basso all’alto) e con una politica partecipativa ad alcuni aspetti che riguardano più da vicino il loro territorio. In particolare sul territorio circoscrizionale cui vivono;
2. Smart Governance: l’amministrazione deve dare centralità al capitale umano, alle risorse ambientali, alle relazioni e al bene comune, promuovendo forme stabili e consolidate di lavoro innovativo (es lavoro agile) in collaborazione con le aziende pubbliche e private, per il miglioramento del benessere personale e collettivo della città;
3. Smart Economy: l’insieme del tessuto economico produttivo a livello urbano deve tendere verso un aumentodella produttività, della produzione di valore e dell’occupazione all’interno della città attraverso la leva dell’innovazione tecnologica. Un’economia basata sulla maggiore partecipazione e sulla collaborazione, e che punta, alla ricerca e innovazione. Le città metropolitane dovrebbero diventare gli Hub per specifici settori di impresa innovativi e tecnologici, in collaborazione con le università e i centri di ricerca, attirando anche competenze, collaborazioni e capitali dall’estero;
4. Smart Living; il livello di comfort che deve essere garantito ai cittadini e’ legato ad aspetti come la salute, l’educazione, la sicurezza, la cultura, e la gestione della logistica urbana che ha un impatto sul benessere. Tutto questo può essere garantito attraverso una maggiore digitalizzazione di tutti i servizi territoriali;
5. Smart Mobility: le soluzioni di mobilità intelligente, dall’e-mobility alla sharing mobility ad altre forme di mobility management, devono guardare a come diminuire i costi, diminuire l’impatto ambientale e ottimizzare il tempo, il risparmio energetico e la diminuzione dell’inquinamento ambientale ed acustico in ambiente urbano;
6. Smart Environment: lo sviluppo sostenibile, la presenza di verde urbano, il basso impatto ambientale in tutte le attività urbane, incluse quelle produttive e l’efficienza energetica sono aspetti prioritari e in generali il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 (SDG) e dei relativi target, nonché il Piano Nazionale per L’Energia e il Clima implementato (PNIEC) a livello locale. Rendere le “città circolari” con politiche attive di riduzione delle materie prime utilizzate nella città attraverso l’uso di prodotti con maggiore durabilità, la lotta allo spreco del cibo, la realizzazione di piattaforme per la condivisione di prodotti (sharing economy) come la riparazione dei beni durevoli, nonché una migliore politica per la gestione della RSU.

Partendo dai problemi sopra esposti e dalle possibili soluzioni, la Buona Destra intende proporre modelli virtuosi per rendere possibile il cambiamento delle città a favore dell’ambiente, del benessere dei cittadini e del tessuto economico e produttivo. Questo è possibile farlo attraverso il ricorso ai fondi strutturali dell’Unione Europea, incluso specifici programmi (es. PON metro), o coinvolgendo la Banca Europea degli Investimenti (BEI) su specifici progetti (es. la mobilità) e, mettendo in atto politiche attrattive per le aziende che decidono di operare nei territori metropolitani con l’ausilio di programmi di finanziamento nazionali ed europei. La sfida della Buona Destra per il governo dei territori, è non solo nella proposta della visione della città che vogliamo, ma nella promozione di azioni concrete che mirano a realizzare progetti con l’effettivo e pieno uso delle risorse assegnate. Questo infatti è un cambio di paradigma, visto che le amministrazioni territoriali, non riescono a spendere come dovrebbero le risorse che vengono assegnate con la conseguenza che tali risorse, vengono riassegnate ad altri paesi EU e le perdiamo come Paese.

Questa è la visione politica della Buona Destra e su questi contenuti, intende promuovere alleanze con altre forze politiche.