Il declino dei populisti e il tempo della rinascita

L’analisi è presto fatta: l’esito delle elezioni in Francia rappresenta una forte battuta d’arresto per i populisti. Hanno ragione Antonio Polito ed Ernesto Galli della Loggia nelle loro analisi del voto transalpino a sottolinearlo, perché la sconfitta di Marine Le Pen riguarda anche le vicende di casa nostra.

Perché è legittimo chiedersi per quanto ancora la destra italiana di Giorgia Meloni (che vola nei sondaggi) e Matteo Salvini intendano contraddistinguersi per la corrispondenza di amorosi sensi con le forze populiste ed ultranazionaliste europee, dall’Ungheria alla Russia. Veramente pensano che l’elettorato della destra italiana sia disposto a seguirli in questa strada senza ritorno, fatta di avvelenamento di avversari politici o di limitazione dei diritti umani? Veramente ritengono che gli italiani siano favorevoli alle proposte dei neonazisti tedeschi di AFD?

L’Italia ha bisogno di han destra che comprenda “la necessità di una rinascita complessiva e di lunga lena – per citare Galli della Loggia -, di essere chiamati a traguardi importanti”.

“Questo non è più il tempo dei vaffa o dei vituperi, e neppure delle genericità, dei buoni propositi e delle vaghezze riformatrici buttate in pasto al pubblico tanto per dire qualcosa – scrive ancora il politologo -. Oggi è il tempo delle proposte concrete e dei progetti ambiziosi ma ragionati, è il tempo delle cifre e del calcolo dei tempi di attuazione”.

Nel nostro Paese un’alternativa alla destra che guarda al futuro ragionando su un passato da cui non riesce a smarcarsi e a prendere le giuste distanze esiste. Una destra che sa che questo è il momento della rinascita. Questo vuole essere la Buona Destra. Questo è la Buona Destra.