La UE, la “cosa sovranista” e la schizofrenia di Salvini

Se ancora ci fosse bisogno di altre dimostrazioni, la firma che Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno apposto sul manifesto dei sovranisti europei testimonia senza più dubbio alcuno quale sia la vera natura di questa destra. Della destra ultranazionalista e nemica dei diritti rappresentata in Italia da FDI e Lega, in Francia da Marine Le Pen, in Ungheria da Viktor Orban, in Polonia da Jaroslaw Kaczynski, in Spagna dal leader spagnolo di Vox Santiago Abascal.

Queste altre dieci forze politiche europee hanno aderito al progetto sedicente “contro l’ideologia tecnocratica di Bruxelles”, con l’idea di far nascere un gruppo unico estremista all’interno del Parlamento UE, in gruppi che vale un centinaio di eurodeputati. “Unione dei patrioti europei” l’ha chiamata La Le Pen, madrina del varo di questo carrozzone antifederalista che si propone di riformare l’Europa in chiave sovranista, sebbene in Francia il suo partito sia stato recentemente sconfitto ovunque nelle elezioni regionali, anche dove i suoi candidati erano dati per favoriti.

Il via libera a questa nuova proposta sovranista è arrivato dopo che Fidesz, il partito di Orban (quello che in Ungheria mette fuorilegge l’aborto e l’omosessualità, per dire) è uscito dal PPE. Ed ecco che subito coi suoi sodali europei ha dato vita alla “cosa sovranista”, “rispettosa dei popoli e delle nazioni libere -, contraria a che i popoli siano sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana”.

È il solito retorico giochetto populista, che però ora cambia ritornello: “non vogliamo distruggere l’Europa ma la vogliamo riformare”.

“Le nazioni si sentono lentamente spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani – è scritto nel documento -. L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un Superstato europeo è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza. L’iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi anni nelle istituzioni della Ue ha portato allo sviluppo di una pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico. Siamo convinti che la cooperazione delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa. Riaffermiamo la nostra convinzione che la famiglia è l’unità fondamentale delle nostre nazioni. La politica a favore della famiglia dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa”.

Insomma, la solita solfa. Niente di nuovo sotto il sole: dio, patria e famiglia, negazione dei diritti, caccia agli immigrati e abbasso l’Europa cattiva e matrigna. Se però questo stucchevole tormentone può andar bene per Le Pen e Meloni, che sono all’opposizione di governi europeisti in Francia e in Italia, appare sempre più ridicola la posizione di Matteo Salvini, che nel Belpaese è al governo con l’europeista per antonomasia, Mario Draghi, mentre in seno alla UE crea un gruppo antieuropeista con gli estremisti di tutta Europa.

Chissà della schizofrenia salviniana che ne pensa Giancarlo Giorgetti, ministri leghista dello Sviluppo economico nel Governo Draghi, molto attento alle ragioni dell’imprenditoria settentrionale più interessata a tutelare e stringere il legame con l’Europa che non a distruggerli con le panzane nazionaliste.

Roba che neanche Freud sarebbe capace di interpretare!