Le bombe al fosforo di Putin per bruciare vivi i combattenti di Mariupol

Fa maledettamente male persino scriverle le brutalità commesse dalle milizie agli ordini di Vladimir Putin; ma vanno riportate per lasciare memoria di quanto possa essere sconfinata la malvagità umana.

L’ennesima denuncia contro le forze armate russe arriva dall’acciaieria Azovstal, dove l’ultimo bastione di una resistenza stoica viene attaccato in maniera barbara “ricorrendo a bombe incendiarie o al fosforo”, ha denunciato il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko; che ha anche spiegato come su alcune siano state scritte le parole pronunciate dalla band ucraina Kalush dopo la vittoria all’Eurovision proprio per salvare l’acciaieria.

Le bombe equipaggiate con il fosforo bianco, una sostanza gravemente tossica se ingerita o inalata, non rientrano nella classificazione ufficiale delle armi chimiche, ma nonostante questo si tratta di armi letali e devastanti, in grado di provocare sul corpo umano effetti brutali e letali.
Il fosforo bianco è una sostanza in grado di provocare ustioni gravissime: a contatto con l’ossigeno si incendia, producendo un’enorme ondata di calore.

Gli effetti sulla pelle sono terribili: il tessuto organico brucia in pochi attimi, consumando la carne fino alle ossa. Prendono fuoco al contatto con l’aria, il fosforo viene generalmente conservato sott’acqua o sotto azoto: la reazione all’ossigeno genera il rilascio di calore e anidride fosforica, che a sua volta reagisce con tutti i composti che contengono acqua, come appunto il corpo umano. Come accennato, il contatto con la pelle è letale: genera disidratazione, necrosi e distruzione dei tessuti. Un processo doloroso e irreversibile a cui va aggiunto l’effetto dei vapori tossici generati dalla combustione, che possono essere mortali se inalati.
A causa di questi effetti la Convenzione di Ginevra sulle armi convenzionali ha inserito il fosforo bianco tra le munizioni incendiarie. La norma ne vieta l’utilizzo in “qualsiasi circostanza sulla popolazione civile”.
Ma Putin se ne infischia e per il suo consigliere, Vladimir Medisky, capo delegazione russo nei negoziati con l’Ucraina, i combattenti del battaglione Azov non possono essere “oggetto di ngoziato politico”, perché “sono criminali di guerra e sarebbe blasfemo”. Parole che si commentano da sole e che confermano quanto il mondo intero debba essere coeso per fermare la follia dello zar di Russia.