L’Anpi, D’Alema e quell’antistorica difesa della Russia (e di Putin)

Una buona occasione per tacere. E l’hanno persa per l’ennesima volta.

Mosca chiama e l’ANPI risponde, venendo meno alla sua stessa storia, schierandosi paradossalmente con gli invasori russi contro i partigiani ucraini. La vergognosa dichiarazione che li assimila al comunista padano Matteo Salvini, putiniano di ferro forse adesso pentito, accusa la NATO di aver provocato la legittima reazione della Russia. “Il riconoscimento dell’indipendenza del Donbass da parte della Russia – hanno scritto i partigiani italiani, con tempismo perfetto nel mostrare tutta la loro retorica antistorica – è l’ultimo, drammatico atto di una sequenza di eventi innescata dal continuo allargamento della Nato a est vissuto legittimamente da Mosca come una crescente minaccia”. Basterebbe già così per invocare l’intervento della neuro, ma l’ANPI va oltre, chiedendo al presidente americano Biden di “cessare immediatamente sia le clamorose ingerenze nella vita interna dell’Ucraina iniziate fin dai tempi di Maidan, quando nel governo ucraino entrò la statunitense Natalia Jaresco, sia le sue dichiarazioni belliciste e le sue ininterrotte minacce nei confronti della Russia”.

La domanda sorge spontanea: azione russa legittima in cosa? Nella volontà di cancellare la storia e le libertà di un popolo sovrano? Nella pretesa di farci credere di non volere la NATO ai propri confini, imponendo allo stesso tempo all’Europa la sua ombra minacciosa e lo spettro della guerra nucleare? Un bel tacer non fu mai scritto, è proprio il caso di dirlo.

Che stavolta l’Anpi sia andata oltre lo si capisce quando anche un giornalista di area come Fulvio Abbate chiarisce attraverso il suo account twitter che “mai più l’Anpi mi vedrà tra i suoi tesserati”.

Al coro, stonato, dei cripto-putiniani si aggiunge invece – ma questo non desta sorpresa – anche Massimo D’Alema, forse nell’estremo tentativo di far di nuovo parlare si sé oppure per atavica fedeltà all’ex blocco sovietico. “Questa aggressione è un crimine, ma sulla Russia pesano gli errori dell’Occidente – dice in un’intervista a la Stampa l’ex presidente del Copasir – Bisognava fare di più anche per aiutare l’Ucraina prima dell’attacco. Ora serve esercitare tutte le pressioni su Mosca, ma poi le loro ragioni andranno considerate”. Da politicamente decaduto, l’ex segretario comunista, che nel suo curriculum annovera il supporto ai terroristi di Hamas ed Hezbollah, un po’ ce lo aspettavamo. Ma dall’ANPI proprio no.

Una proposta seria sul ruolo che dovrebbe assumere l’ANPI nel 2022, al netto delle sciocchezze filo russe, arriva dall’ex presidente Rai Claudio Petruccioli. “Penso che oggi il miglior modo per ricordare ed esaltare i partigiani della Resistenza – scrive anche lui su Twitter – sia trasformare l’ANPI in una fondazione che curi la memoria e gli studi e non prenda posizione sull’attualità politica, sia nazionale che internazionale”.

Una proposta sui cui vale la pena riflettere.