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Lanciare ponti e fare comunità, Francesco alla Cei sceglie ‘Don Matteo’

Papa Francesco ha deciso. Il nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana sarà il Cardinale Matteo Zuppi, fino ad ora Arcivescovo di Bologna. Indicato dall’Assemblea CEI, riunita all’Hilton Rome Airport, nella terna da sottoporre al Pontefice (gli altri due principali candidati, erano Paolo Lojudice Cardinale di Siena e Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale) Zuppi è risultato essere il più votato dai vescovi italiani. Non che Francesco fosse vincolato nella propria scelta dall’esito delle suddette votazioni, ma ciononostante ha deciso di confermare l’orientamento già adottato nel 2017 quando nominò a capo della CEI il Cardinale Bassetti (anch’egli il più votato in Assemblea).

Già Francesco aveva indicato quale sarebbe stato il profilo a lui gradito. In una intervista al Corriere della Sera di qualche settimana fa, immaginando il nuovo Presidente, aveva detto di preferire una persona autorevole e disposto a fare un bel cambiamento all’interno della comunità dei vescovi cattolici; dal profilo del nuovo Presidente, si potrebbe dire che gli auspici sono stati adempiuti.

In linea con la politica di rinnovamento della Chiesa, il Cardinale Zuppi è considerato “prete di strada” con tanta esperienza fra gli ultimi e in grado di predicare il Vangelo della povertà. Esperienza iniziata nella Comunità di Sant’Egidio dove da giovane studente incontra il fondatore, Andrea Ricciardi e decide di mettersi al servizio dei più poveri, degli emarginati, dei nomadi, dei disabili impegnandosi nelle attività in loro favore svolte dalla Comunità.

Ottiene la Laurea in Filosofia e consegue il baccellierato in Teologia alla Pontificia Università Lateranense. Dapprima svolge il suo ministero sacerdotale presso la basilica di S. Maria in Trastevere per dieci anni e successivamente presso Torre Angela. Poi, nel 2012, il papa emerito Benedetto XVI lo nomina vescovo ausiliario di Roma dove ha svolto servizio fino al 2015, prima di essere destinato come arcivescovo a Bologna. Infine, nel 2019, Papa Francesco lo crea Cardinale.

La storia personale del nuovo Presidente parla per lui, e ci restituisce l’immagine di una figura fortemente impegnata tanto nella teologia e nella dottrina cattolica, quanto e forse soprattutto, nell’attività evangelica in favore degli ultimi. Il profilo biografico insomma suggerisce che la sua sarà una CEI più aperta e dialogante con ogni istanza sociale, fedele all’idea del pontefice di costruire ponti e non muri per facilitare cammini in comune. Sarà anche più politica di quella del cardinale Gualtiero Bassetti la cui voce non è stata poi così energica in questi anni. Forse proprio per questo la scelta del papa si è diretta verso Matteo Zuppi – Don Matteo, come si fa chiamare – nella convinzione che possa imprimere alla Chiesa una accelerata.

Tuttavia, Zuppi è un cardinale aperto, dialogante e sempre disponibile al confronto anche accesso. Un prelato che è riuscito, già negli anni passati a Bologna, a costruire un rapporto solido con la comunità e che ha saputo trasformare la diffidenza iniziale verso un prelato proveniente da Roma in una fiducia totale . Insomma, un alto profilo quello di Don Matteo, a cui c’è da augurare tutta la fortuna possibile tenuto conto anche del momento storico di grande difficoltà non solo per la Chiesa ma per l’umanità tutta.