La scelta di Giorgia Meloni: il ritorno di una destra anti-capitalista

In fondo a destra

Non è la toilette che stiamo cercando, anche se alcuni miasmi si sentono, ma l’analisi di cosa è la destra oggi. Sia in Italia che in Germania, ma supponiamo che stia accadendo in altri Paesi come la Spagna, ciò che riduttivamente intendevamo per destra si sta scomponendo in un pluralismo a destra. Dopo anni di muffa e ostracismo è in corso una fioritura con 50 sfumature dal grigio al nero, alcune scopriremo anche cremisi. Sembra quasi, non vorremmo esagerare, di vedere il pelo spaccato in quattro chiamato partito democratico. Solo che a sinistra questa differenziazione rimane all’interno di un partito ditta, una specie di consorzio cooperativo, a destra più difficilmente le leadership convergono. Era già cosi per Rauti ed Almirante. In Germania la Afd sta presentando un candidato capolista alle Europee, Maximilian Krah, che inneggia ad un anticapitalismo spinto, crede nel primato della politica e dei temi sociali, di fatto un programma di sinistra, in Germania in forte crisi. Stessa direzione sembrano prendere alcuni ex An capitanati da Alemanno, l’ultimo leader della destra sociale ed ex genero proprio di Rauti. Addirittura vogliono difendere con avvocati i percettori del RDC a cui è stato sospeso l’assegno. C’è poi la destra di Paragone, che non crede nell’Europa, in più ci sono gli anti atlantici Di Forza Nuova e Casa Pound. La nuova amica di Biden, Giorgia Meloni, rischia tra poco di trovarsi in un caravanserraglio di posizioni tutte a destra, le quali non possono essere contenute solo con una visione familistica, visto che la patria è di tutti e Dio, dopo tutti sti morti in mare, è alquanto afflitto più che Fratello.

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La forza di Meloni era quella di essere differente rispetto a chi l’aveva preceduta, ma ora rischia di essere messa tra incudine sinistro e martello di destra sociale. Perché è facile per Alemanno e soci, tra un po’ rispunterà pure Storace, Granata è già riemerso, essere sociali quando il conto lo deve pagare Palazzo Chigi, che di soldi tra poco non ne ha, né ne rendiconta.

Questo la porterà sempre di più ad essere democristiana, magari democristiana conservatrice, ma sempre in braccio a Renzi e ad altri cosiddetti moderati sarà costretta ad andare, lasciando consensi a destre più agguerrite e populiste. La compattezza a destra si fa solo con il sangue. L’ultima vera resa dei conti a destra fu tra SA ed SS, ma fu uno spettacolo che non vorremmo rivedere, come il terrorismo nero dal volto angelico di Giusvà. La svolta di Fiuggi sembra un miraggio, ma oggi il pluralismo destrorso costringe la Premier a delle scelte non solo in politica estera. Prima che sia troppo tardi.