La nuova gestione sanitaria: pessimi risultati e pericoli futuri

La gestione sanitaria del governo Meloni si ritrova sotto esame. Le performance non brillanti nel campo della sanità hanno suscitato preoccupazioni, tanto da non raggiungere i benchmark stabiliti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il 2023.

Le aree di interesse principali, come l’assistenza domiciliare, le centrali operative territoriali, l’interconnessione aziendale, l’intelligenza artificiale per l’assistenza primaria, le case di comunità e il funzionamento complessivo del sistema sanitario nazionale, mostrano segni preoccupanti. In effetti, questi ambiti fondamentali sembrano essere compromessi in termini di efficacia e funzionalità.

La situazione rischia di peggiorare ulteriormente a causa del disegno di legge n. 227, attualmente all’esame della Commissione Salute. Questa proposta di legge, se approvata, rivoluzionerà l’organizzazione delle cure primarie e dell’assistenza territoriale, come definita dal DM 77 del 2022. Di conseguenza, le previsioni del PNRR per l’assistenza territoriale potrebbero essere smantellate, minando irreparabilmente il futuro dell’assistenza sanitaria su tutto il territorio.

Le ripercussioni di queste politiche si fanno sentire in città come Pescara, dove i sindacati hanno manifestato contro i tagli alla spesa sanitaria e il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Quest’ultimo, secondo i manifestanti, mette a rischio il diritto costituzionale alla salute e potrebbe favorire un aumento del settore sanitario privato.

Pertanto, appare evidente la necessità di reinvestire sul personale medico e sanitario, per garantire a tutti il diritto fondamentale ad essere curati. L’appello è diretto principalmente al governo Meloni, la cui gestione delle politiche sanitarie è attualmente al centro del dibattito. Sindacati, associazioni di categoria e il mondo sanitario osservano con attenzione le prossime mosse del governo, sperando in una svolta positiva.