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Kallas: “In Ucraina si ripete il genocidio di Stalin, Putin va fermato”

«Se Putin vincerà, o se penserà di aver vinto questa guerra, il suo appetito non farà che aumentare. Il genocidio che sta compiendo in Ucraina è qualcosa che noi conosciamo bene, lo schema si ripete». Così in una lunga intervista concessa a «La Stampa» Kaja Kallas, che ha scontato sulla propria pelle gli effetti dell’occupazione sovietica in Estonia. Era una ragazzina quando il Paese riconquistò l’indipendenza nel 1991.

«Non avrei mai pensato di vedere una guerra così nel 2022. E sapete perché è successo? Perché abbiamo permesso a Putin di farlo. Bastava guardare quello che è successo in Georgia, Crimea, Donbass… La Russia si è presa interi territori e non ci sono state punizioni, procedimenti penali, non c’è stata nessuna conseguenza. Quindi Putin ha iniziato a pensare che può fare qualunque cosa, ché tanto non ci saranno conseguenze», ha dichiarato il primo ministro estone. «Putin è andato avanti, e continuerà ad andare avanti, ogni volta prendendo un pezzo di territorio più grande. Per questo oggi non possiamo fare lo stesso sbaglio in Ucraina, non possiamo accontentarci di una tregua, di un cessate il fuoco, di congelare il conflitto. Perché tra uno, due, tre anni vedremo lo stesso schema, ma su scala più grande», ha aggiunto. «Dobbiamo punire la Russia per la distruzione devastante che ha causato in Ucraina. L’Estonia, a differenza dell’Ucraina, fa parte della Nato, e siamo garantiti dall’articolo 5. Ci sentiamo protetti, ma allo stesso tempo non dobbiamo sottovalutare le azioni di Putin, che è stato molto chiaro sulle sue intenzioni, non ha mai nascosto i suoi sogni imperialisti», ha rimarcato la Kallas.

L’Estonia ha alzato le sue spese per la difesa al 2.6% del Pil. Sul dibattito in Italia per l’invio delle armi a Kiev la 45enne ha dichiarato: «Putin ha invaso uno Stato sovrano e sta incitando al genocidio, gli ucraini devono fare tutto quello che possono per difendersi, e noi abbiamo il dovere di garantire tutto l’aiuto militare di cui hanno bisogno. L’Estonia è tra i maggiori investitori nella Difesa Nato e negli aiuti militari in Ucraina. È importante che anche voi capiate perché per noi estoni è così chiaro cosa debba essere fatto. Quello che vediamo oggi in Ucraina apre ferite profonde, vediamo lo stesso schema usato dai russi in Estonia. La fine della Seconda guerra mondiale per voi italiani forse ha significato la pace, per noi altra sofferenza. Gli estoni sono stati deportati, torturati, stuprati, la nostra cultura è stata cancellata e sostituita dalla cultura sovietica. Esattamente quello che vediamo ora in Ucraina». E ancora: «Il sogno imperialista russo non è mai svanito, e mentre i crimini nazisti sono stati ampiamente condannati in tutto il mondo dopo la Seconda guerra mondiale, i crimini sovietici non lo sono stati. Stalin uccise milioni di persone qui, ma i colpevoli non furono mai puniti, né condannati. E se guardiamo la Russia oggi vediamo un forte ritorno dello stalinismo: il 70% dei russi sostiene l’operato di Stalin». 

La guerra tra Mosca e Kiev avrà delle conseguenze importanti sul piano geopolitico, Kaja Kallas non ha dubbi: «Ci sarà una nuova Ucraina. Ci sarà una nuova Russia. Ci sarà una nuova Europa. Credo che molti Paesi europei abbiano realizzato che la difesa deve essere a livello regionale, serve una difesa comune». È molto più che uno scontro tra libertà e benessere, dignità e comfort: «Già prima della guerra la Russia manipolava la politica con i prezzi del suo gas. Oggi i prezzi dell’energia sono alle stelle. Io dico che il gas può essere costoso, ma la libertà non ha prezzo. Per la nostra economia è un momento difficile, ma gli estoni capiscono perfettamente cosa c’è in gioco. Quello che diciamo da tempo è che dovremmo liberarci dalla dipendenza del gas russo. Il futuro è un mix energetico, sono le rinnovabili e gli scambi tra Paesi europei».