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“Investimenti e reindustrializzazione, Buona Destra per la Toscana di domani”

Da tempo Buona Destra denuncia la grave situazione dell’economia in Toscana e della sofferenza in cui versa il tessuto produttivo della regione. “In Toscana sono 14 mila i lavoratori e le lavoratrici a rischio posto di lavoro a causa delle numerose crisi aziendali che hanno falcidiato l’economia regionale negli ultimi 2 anni,” denuncia l’Avv. Kishore Bombaci, coordinatore regionale di Buona Destra. “Crisi che probabilmente vengono da lontano e che la pandemia prima, e la guerra poi, hanno reso evidenti negli effetti disastrosi sul tessuto sociale”.

Poco passa ai media se non nei casi eclatanti come la ex GKN o l’Ortofrutticola Marradi su cui Buona Destra già si è espressa a più riprese sui media regionali. Ma per il resto, il sostanziale silenzio. “E dire che i numeri sono piuttosto preoccupanti – continua Bombaci. Stando alle stime ufficiali, 770 lavoratori a rischio in imprese che in corso di transizione produttiva, 4.533 lavoratori impiegate in aziende in crisi ancora aperte, 6054 lavoratori in imprese a rischio e costantemente monitorate. Solo 2500 lavoratori addetti in aziende che stanno faticosamente superando le problematiche economiche. Su 55 tavoli aperti, solo 14 sono avviati a soluzione, del resto poco o niente si sa”.

Stime, peraltro – fa notare Buona Destra da mesi – approssimate per difetto, tenuto conto che, alle rilevazioni, sfuggono le realtà imprenditoriali e artigianali “minori” e gli studi professionali , i quali, in tanti casi, hanno dovuto letteralmente chiudere i battenti. Si pensi a quanto sta accadendo nel centro storico di Firenze, dove in alcuni storici luoghi, i negozi rischiano la chiusura, certamente per le difficoltà economiche ma anche per scelte politiche quantomeno discutibili. Come in altre parti d’Italia – aggiunge Bombaci – anche in Toscana si sconta l’assenza di incisività dell’azione amministrativa che, oltre agli slogan, non riesce a tradurre in fatti le parole roboanti.

Al di là delle intenzioni e delle parole – ribadite anche recentemente dal Consigliere al lavoro dell’Amministrazione Giani, Valerio Fabiani – l’azione della Giunta si sta dimostrando sostanzialmente inefficace. Le soluzioni per Buona Destra ci sarebbero se ci fosse la volontà politica di voler affrontare seriamente il problema. Occorrerebbe un piano di investimenti serio e programmato e strumenti innovativi di reindustrializzazione, eventualmente anche attraverso risorse miste, pubblico-privato. Sarebbe, insomma, necessaria una attività di programmazione per iniziare a costruire la Toscana di domani. “Per adesso ben poco si vede – continua Bombaci – Ad esempio ancora nulla si sa con esattezza circa l’impiego dei fondi derivanti dal PNRR, manca un monitoraggio specifico sulla situazione economica regionale fondato su dati certi. Questi dati mancano, non si sa con esattezza quali aziende hanno goduto dei supporti regionali ad esempio, non si conosce la reale gravità della situazione di molte crisi.

E che il problema sia proprio di coordinamento e pianificazione lo si vede chiaramente dal fatto che, mentre, come detto sin qui, molti lavoratori che rischiano il posto di lavoro per chiusura delle imprese, all’estremo opposto, vi sono aziende che, invece, vorrebbero assumere e non trovano personale. Che siano stabilimenti balneari (come accaduto a Forte dei Marmi) o aziende che cercano operai specializzati e non li trovano (come nel manifatturiero), ovvero bar e ristoranti alla caccia di camerieri e che, tuttavia, faticano a trovare personale. Da un recente studio della CNA, ad esempio la sola citta metropolitana di Firenze ha programmato 23 mila assunzioni (fra servizi alle imprese. Manifatturiero turismo e ristorazione) ma nel 42% dei casi, si incontrano difficoltà a reperire personale.

Certamente – rilevano i comitati toscani di Buona Destra – una sua rilevanza avrà anche la tipologia dei contratti proposti, ma il vero nodo è un altro. Manca un sostanziale raccordo tra scuola e lavoro, soprattutto in quel settore di istruzione che è immediatamente funzionale al reperimento di una occupazione. In parole semplici, manca l’operaio specializzato. L’implementazione di un percorso formativo adeguato al target della domanda di lavoro, è essenziale per la ripartenza del nostro tessuto produttivo che necessita di un riposizionamento veloce.

Inoltre, come sottovalutare l’effetto deterrente che ha avuto in questi anni la cattiva gestione del Reddito di Cittadinanza? Come non considerare che, nella incapacità di far funzionare la struttura burocratica che ne ha accompagnato l’istituzione, di fatto, la suddetta misura – seppur necessaria in astratto – si sia tradotta nei fatti in un “comodo compenso per stare a casa”? A tutto ciò è la Politica che deve dare una risposta e la politica infatti la grande assente – conclude l’Avv. Bombaci. E il caso Toscana ne è uno degli emblemi più significativi. In questa schizofrenica situazione dell’economia regionale, il ripensamento degli interventi a sostegno delle imprese da un lato, e la semplificazione dall’altro dell’incontro domanda-offerta di lavoro per evitare situazioni a dir poco paradossali, risulta vitale per l’economia toscana. Insomma, urge un riassetto generale che, almeno da queste parti, purtroppo non appare nemmeno all’orizzonte.