Il tradimento del Governo: l’Italia ha dimenticato giovani e donne

Difficile trovare un altro paese in Europa con un divario interno così ampio come quello tra il Nord e il Sud dell’Italia. Divisione che inevitabilmente si riflette su indicatori sociali ed economici, con il Nord generalmente più sviluppato e prospero rispetto al Sud.

Ma non finisce qui, perché l’Italia affronta anche gravi disuguaglianze di genere, in particolare nel mondo del lavoro. Le donne italiane sono spesso costrette a fare sacrifici nelle loro scelte di carriera a causa di una cultura che assegna loro un ruolo preponderante nella gestione della famiglia e delle responsabilità domestiche. Ciò ha portato a un divario significativo tra uomini e donne in termini di occupazione e reddito. Se l’Italia vuole rimanere competitiva, è fondamentale sostenere e incoraggiare le donne a perseguire le loro aspirazioni professionali senza dover rinunciare alle proprie scelte di vita.

Per non parlare dei giovani italiani, che si trovano a fronteggiare una serie di sfide uniche rispetto ai loro coetanei in altri paesi. Si confrontano con un debito pubblico più elevato, un’invecchiata popolazione e un divario significativo nei livelli di occupazione e reddito rispetto alla fascia più matura. Difficoltà che indeboliscono le loro prospettive future, incluso il loro futuro previdenziale.

Per affrontare queste divisioni, l’Italia deve rifondare il suo patto sociale e generazionale. Un paese che non è per i giovani diventa anche un paese che non è per gli anziani. È essenziale sostenere e valorizzare le nuove generazioni, indipendentemente dal loro genere e dalla loro provenienza.

Nonostante gli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si è posto come obbiettivo proprio la ricucitura di queste diseguaglianze, l’Italia ad agire inefficacemente. La manovra finanziaria varata dal governo di Giorgia Meloni prevede provvedimenti che sono principalmente mirati alle famiglie con il secondo figlio in su, trascurando di fornire un adeguato supporto alle nuove generazioni nel momento cruciale in cui si staccano dalla famiglia d’origine per formare una nuova unità familiare. Non è un caso che l’Italia sia tra i paesi europei con il maggior ritardo nell’arrivo del primo figlio.

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Inoltre, sussiste la preoccupazione di promuovere un miglior equilibrio tra lavoro e vita familiare, ma la condivisione delle responsabilità domestiche tra i partner rimane scarsa e tende a gravare in modo sproporzionato sulle spalle delle donne. Per affrontare questa sfida, sarebbe necessario rafforzare i congedi dedicati ai padri, con una copertura adeguata dello stipendio. In questo modo, si può ridurre il carico domestico che spesso ricade sulle spalle delle donne e consentire loro di perseguire con successo le proprie carriere.

Mettere giovani e donne nelle condizioni di essere pienamente valorizzati nel mondo del lavoro, in combinazione con un sistema di welfare che supporti le scelte di vita, contribuirebbe a ridurre i divari generazionali e di genere. Questo, a sua volta, ridurrebbe le diseguaglianze sociali e territoriali, contribuendo a far funzionare meglio le imprese e l’economia del paese. Inoltre, una maggiore attenzione alle nuove generazioni potrebbe incoraggiare la scelta di avere figli e contribuire a una base demografica più forte per il futuro dell’Italia.

L’Italia ha il potenziale per superare le sue divisioni e creare un paese più equo, inclusivo e prospero. Ciò richiede un impegno concreto da parte del governo e della società nel suo complesso per sostenere giovani, donne e tutte le componenti della popolazione.