Il mito di Stalin nella Russia di Putin: una strategia di salvezza

Negli ultimi anni, il presidente russo Vladimir Putin sembra aver intrapreso una campagna per rivalutare la figura di Iosif Stalin, il temuto dittatore sovietico. Sfruttando il contesto storico e politico del suo paese, Putin ha fatto uso del mito e dell’immagine di Stalin per giustificare le sue azioni e rafforzare la sua leadership. Questo fenomeno ha sollevato numerose critiche e polemiche sia in Russia che a livello internazionale. Ecco come Putin ha manipolato la figura di Stalin per promuovere la sua agenda politica e quali sono stati i suoi obiettivi dietro questa riscrittura della storia.

Fin dal 2018, Putin ha elogiato in modo ambiguo personaggi controversi della storia russa, come Lavrentij Pavlovic Beria, noto come il brutale capo del futuro KGB, e Iosif Stalin, il dittatore responsabile di spietate purghe. In un discorso all’inaugurazione del Forum delle nuove tecnologie, Putin ha incluso Beria tra i “grandi fisici” della storia russa, ignorando completamente il suo ruolo nelle violazioni dei diritti umani. Questa esaltazione di figure oscure e spietate solleva interrogativi sulla motivazione di questa strategia.

L’ascesa di Putin al potere ha portato a una crescente revisione della storia sovietica, in particolare riguardo al ruolo di Stalin durante la Seconda guerra mondiale. Putin ha sostenuto che la Polonia dovrebbe essere grata a Stalin per averle regalato parte del territorio alla fine del conflitto mondiale. Tuttavia, questa affermazione è errata sia dal punto di vista storico che geografico, poiché la Polonia ha perso vaste aree territoriali a favore dell’Unione Sovietica, comprese regioni che ospitavano vittime polacche della repressione staliniana. La negazione dei crimini di Stalin e la riscrittura della storia sono state oggetto di accese critiche e dibattiti nella società russa.

La guerra del grano tra Russia e Ucraina: un’arma di destabilizzazione per l’Europa

La rivalutazione di Stalin sembra essere una ragion di Stato per Putin, al fine di consolidare il proprio potere e la sua leadership. Negli anni recenti, Putin ha trasformato la storia del secolo sovietico in un argomento non più soggetto a discussione e revisione, cercando di stabilire una narrazione univoca e di esaltare il ruolo della Russia nella storia mondiale. Questa tendenza a manipolare la storia e i fatti storici al servizio della politica ha suscitato preoccupazioni sulla libertà accademica e sulla capacità di esprimere opinioni critiche nei confronti del governo.

Il rapporto di Putin con Stalin sembra essere ambivalente e opportunista. In passato, Putin aveva utilizzato il nome di Beria come un insulto per attaccare i governanti della Georgia, ma successivamente ha elogiato il suo ruolo come “grande fisico”. Questa oscillazione nel giudizio su un personaggio così controverso riflette come Putin abbia adattato la sua narrazione storica a seconda delle esigenze politiche del momento. L’uso della storia e dei simboli sovietici sembra essere un tentativo di suscitare un senso di orgoglio nazionale tra i cittadini russi, specie dopo la fine dell’epoca sovietica.

La politica di Putin di utilizzare la figura di Stalin per giustificare sé stesso e rafforzare la sua leadership solleva interrogativi sullo stato della democrazia e dei diritti umani in Russia. La storia non dovrebbe essere distorta a beneficio di una singola agenda politica, ma dovrebbe essere studiata e compresa in modo critico, per evitare di ripetere gli errori del passato.