Il gattopardismo siciliano

C’è molto di Tomasi di Lampedusa nella storia che in questi giorni fa tornare alla ribalta il Castello Utveggio. L’immobile, completato nel 1933 dal cav. Michele Utveggio, noto costruttore della Palermo dei primi del secolo scorso, domina Palermo da quello che Goethe denominava come “il promontorio più bello del mondo”, Monte Pellegrino. Ai tempi del poeta tedesco il monte che sovrasta il golfo di Palermo era più famoso di Montecarlo.
Deve essere per questo motivo che i nuovi potenti di Palazzo d’Orleans, altro palazzo nobiliare, sede della Presidenza della Regione Siciliana, hanno deciso di acquisire questo sito, dall’evocativa suggestione, ai siti presidenziali. Una sede di degna rappresentanza come una Castelgandolfo vaticana o il Quirinale.

Forse il presidente Schifani si sta già allenando per il Colle romano, e fa pratica qui a Palermo. Berlusconi non ce l’ha fatta, ma lui era solo stato presidente del consiglio. Mentre Schifani ha già ricoperto la seconda carica dello Stato, la presidenza del Senato. In fondo Gronchi, Saragat, Pertini, Napolitano sono ascesi al Colle più alto partendo solamente dalla terza carica della Repubblica, la Presidenza di Montecitorio. E poi Schifani è ancora giovane per la politica italiana, e può apportare un grande contributo d’esperienza. Inoltre dopo la sapienza palermitana di Mattarella, che è stato costretto a rimanere per incapacità altrui, la Repubblica si vuole privare di quella saggezza del potere che solo i palermitani hanno? Si potrebbe addirittura modificare la Costituzione. La presidenza della Repubblica può essere attribuita ad un cittadino italiano, di almeno 50 anni, residente a Palermo.

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Il Castello intanto può diventare un eccellente biglietto da visita per incontrare capi stranieri in visita, ministri, ci sarà il summit a Palermo sulla sicurezza nel Mediterraneo, magari verrà a Palermo qualche premio Oscar, o perfino la Ferragni. Inoltre il Castello è adiacente al Santuario di Santa Rosalia e chiederle una grazia potrebbe essere utile. Quest’idea di dotare la presidenza della Regione Siciliana di un Castello ha un senso dopo tutto. Ci riporta a tempi in cui eravamo pieni di Principi come Don Fabrizio. Certo ci vorrebbe pure un titolo nobiliare, ma non mettiamo freni alla Provvidenza.
D’altra parte in Regione le cose vanno benissimo, i cittadini sono felici come quelli monegaschi, ed è arrivata la pioggia, e dunque Monte Pellegrino non può bruciare. Un Castello ci tocca.

In effetti c’è sempre quella storiaccia che da quel sito, in cui si è detto, poi smentito, poi ridetto, c’erano i servizi segreti, fu schiacciato il telecomando che ha fatto saltare Paolo Borsellino e la sua scorta.
Ma bisogna andare avanti, e rappresentare al meglio questa città, una volta Felicissima. Quanta felicità può dare un Castello?