Galli della Loggia: “Meloni al referendum? Precipitoso”

Mentre Giorgia Meloni sembra ormai rassegnata all’idea di dover passare per il referendum per attuare il programma di riforma costituzionale, una serie di interrogativi e critiche si accumulano intorno al testo di legge.

“C’è qualcosa che sfugge, qualcosa di precipitoso e irragionevole”. Le parole di Ernesto Galli della Loggia, storico ed editorialista del Corriere della Sera, riflettono le preoccupazioni di molti, sia a sinistra che a destra. L’idea di riformare la Costituzione non è, di per sé, un’idea da biasimare. È sacrosanto che l’esecutivo abbia bisogno di essere rafforzato, ma la maniera in cui si sta affrontando questa riforma solleva diverse domande.

Come giustamente sottolinea Galli della Loggia, il fatto che la riforma costituzionale sia stata avviata senza un adeguato coinvolgimento dell’opposizione pone dei forti limiti. Sarebbe stato più opportuno e utile discutere la proposta con i partiti di centrosinistra prima di portarla in Aula. La mancanza di un dialogo bipartisan mina qualunque possibilità che il testo venga approvato alle camere.

lo storico avverte che questo approccio precipitoso e irragionevole può portare a un risultato simile all’errore commesso da Matteo Renzi. La fretta e la mancanza di coinvolgimento possono portare a un isolamento politico, che potrebbe causare un’emarginazione della leader di Fratelli d’Italia.

La questione del referendum costituzionale dunque solleva una preoccupazione urgente: cosa succede se la consultazione non ottiene il consenso degli elettori? In caso di sconfitta nelle urne, la leader di Fratelli d’Italia sarà politicamente obbligata ad ammettere la sconfitta, mettendo così in dubbio la sua stessa leadership.

Leggi anche: L’ottimista (e ingenua) Giorgia Meloni. Storia di una riforma senza possibilità

Nel caso – ad ora il più plausibile – che si vada verso il referendum le poche possibilità di attualizzazione passeranno dalla forma del quesito. La chiarezza in questi casi è essenziale per garantire che gli elettori possano esprimere un voto favorevole, ovvio che se invece verrà presentato un testo di otto righe incomprensibile per chi non è un costituzionalista, beh allora ci sarà poco da fare. Una formulazione confusa o ambigua potrebbe portare a risultati distanti anche da chi sarebbe potuto essere generalmente favorevole.

Infine, la figura del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati, coinvolta nella presentazione della riforma costituzionale, è vista con un certo scetticismo. Manca di empatia. Essenziale per fare breccia nel cuore degli elettori. La comunicazione è un aspetto cruciale nella presentazione di una riforma costituzionale, e la mancanza di empatia e precisione da parte del ministro potrebbe costituire un ostacolo significativo.

Un ultimo punto. Non meno significativo. Condividendo ancora l’opinione dello storico romano, Meloni “si impegnerà alla morte sul referendum, ma i suoi alleati si impegneranno alla morte come lei?”