In un territorio come quello piemontese, posizionato strategicamente dal punto di vista logistico e ricco di siti idonei alla produzione, alla ricerca ed alla sperimentazione delle nuove tecnologie, il progetto della cosiddetta Hydrogen Valley, cioè di una zona vocata alla produzione di idrogeno verde destinato all’autotrazione, potrebbe rappresentare un punto di svolta sulla strada della ripresa industriale ed economica a ridotto impatto ambientale.
Un’idea innovativa ed interessante, presentata dalla Giunta Cirio qualche giorno fa e che sarà portata il prossimo autunno a Bruxelles, con l’obiettivo di ottenere i finanziamenti europei necessari alla sua realizzazione, puntando a fare del Piemonte un territorio all’avanguardia in ambito europeo ed un punto di riferimento mondiale per le nuove tecnologie.
Un progetto le cui ricadute economiche ed occupazionali sono potenzialmente enormi, incrementabili ulteriormente dalla possibilità di sperimentazione dell’utilizzo dell’idrogeno verde come combustibile principe nel trasporto locale stradale, e che è il primo passo sulla strada che permetterà al Piemonte di diventare il punto di riferimento europeo per il rifornimento dell’autotrasporto in transito da e per il nord Europa.
Un programma di sviluppo a lungo termine che partendo da uno dei 28 siti industriali dismessi che si sono candidati come possibile sede, potrà contare anche sulle eccellenze Universitarie di Torino e Novara, pronte a collaborare ad un progetto che si preannuncia di ampio respiro.
Un sogno che può diventare realtà grazie ai tanti fondi europei a disposizione che devono essere trasformati in opportunità per il Piemonte, per i suoi centri di ricerca e per un sistema industriale indebolito da anni di crisi, di probabili scelte errate e di una scarsa capacità di immaginare e costruire il futuro del territorio e dei suoi settori economici strategici.
Un’operazione da 70 milioni di Euro che integrandosi perfettamente con gli altri due grandi progetti infrastrutturali piemontesi, cioè la realizzazione della Tav e del sistema retroportuale di Alessandria, rappresenterà la scintilla della ripresa economica non solo del Piemonte ma di tutto il nord-ovest del Paese, che si candida a diventare fulcro del trasporto e della movimentazione merci di tutta Europa.
La buona politica non può prescindere dalla visione, dalla capacità di immaginare e costruire il Paese che verrà. Dopo anni segnati dall’immobilismo di una classe dirigente incapace di decidere, priva di idee e preda della ricerca del consenso, anche a costo di incidere negativamente sulla competitività del sistema produttivo, soltanto attraverso investimenti a lungo termine, infrastrutture moderne e visione programmatica del futuro e di ciò che si vuole realizzare che, come sempre, sono le fondamenta per lo sviluppo, si potranno superare gli anni di crisi e le difficoltà sociali con cui abbiamo a che fare da ormai troppo tempo.
La buona politica non urla, la buona politica decide per il futuro delle comunità.