Maggioranza alla frutta e Draghi alza i paletti su concorrenza e giustizia

La resa dei conti nel Governo Draghi si avvicina e crescono le tensioni nella maggioranza, dopo le ultime bordate di Salvini contro le raccomandazioni Ue su riforme, deficit e debito.

Il segretario del Pd Letta attacca Salvini accusandolo di mettere a rischio il governo, e il ddl Concorrenza diventa la nuova prova del nove per una maggioranza che ormai sembra esistere solo perché c’è Draghi. Sulla concorrenza, Draghi potrebbe chiedere la fiducia. In ogni caso, la partita sul catasto sembra chiusa e si tratta sul balneare. Al Senato, Draghi si blinda con i centristi di Coraggio Italia.

Ma Salvini contrattacca dicendo che “il Pd pensa a Ius soli e ddl Zan”. Mentre dall’Europa il commissario Gentiloni striglia i sovranisti dicendo che il patto di stabilità non resterà per sempre in freezer. Lo stop al patto “non è un libera tutti”.

Dunque abbiamo miliardi di euro europei appesi alle beghe dei partiti, mentre Draghi avverte che non bisogna fare passi falsi. “Concessioni, fisco e linea Ue sono i temi non negoziabili”. A sinistra, c’è la minaccia Conte, che intanto vaga per l’Italia in cerca di consenso, con un partito ridotto ai minimi termini alle amministrative. Insomma, un terreno minato.

La maggioranza sembra essere finita anzitempo, i partiti sovranpopulisti continuano a comportarsi in maniera indegna. Il tema è se Draghi, un Draghi sempre più legato da Lilliput, resisterà all’assedio fino alla fine. La volontà di mediare c’è ma per Draghi bisogna fare presto e bene le riforme e spendere come si deve il Pnrr.

“A fine aprile sono stati raggiunti 14 obiettivi del piano, scrive Repubblica, entro fine maggio saranno almeno 25 ma si punta a chiuderne 30, per poi centrare l’intero pacchetto a giugno. Ridurre i tempi della giustizia per spingere gli investimenti, riformare gli appalti e il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti entro marzo 2023, rafforzare il reclutamento nella scuola e la Pa. Sono al cuore del Pnrr, assieme alla riforma della concorrenza da completare entro dicembre con tutti i decreti attuativi”. Sta ai partiti decidere di essere responsabili o mandare all’aria tutto.