“Troppe ambiguità su Bucha. Basta attaccare Draghi sul fisco”. In un’intervista a Giovanna Casadio uscita su «La Repubblica» l’ex capogruppo e ministro forzista Elio Vito attacca i berlusconiani nel giorno della convention a Roma col leader. Il fuoco amico, verrebbe da dire. Vito lascia intendere che ci sia una buona dose di putinismo anche in Forza Italia e che lo scontro sull’aumento delle tasse con il premier non sia nient’altro che un pretesto: “La delega fiscale era sin dall’inizio nel programma di governo. In consiglio dei ministri l’abbiamo votata e il premier Draghi ha sempre assicurato che non ci sarà alcun aumento delle tasse. In più sono decenni che si parla della necessaria riforma del catasto soprattutto per fare emergere gli immobili non registrati”.
Per l’ex capogruppo azzurro infatti “in questi mesi in cui il governo Draghi è così impegnato con gli alleati europei e atlantici a sostenere le sanzioni nei confronti della Russia, aprire un fronte polemico con il governo non è solo sbagliato, è irresponsabile perché davvero può indebolire il governo proprio sul piano internazionale. Un governo che si presenti all’esterno con una maggioranza rissosa rischia di essere debole. Per fortuna che c’è Draghi, con la sua chiara postura europeista e atlantica. Forza Italia si dice a parole europeista e atlantista, ma è ambigua. Cito, una per tutte, la posizione sul massacro di Bucha”. Ed un passaggio importante, significativo. “Forza Italia ha chiesto alla Russia di punire i colpevoli. Poiché la Russia sostiene di non essere colpevole, è come chiedere di punire gli ucraini che sono aggrediti e massacrati da Putin. Credo che su Bucha l’ambiguità di Forza Italia abbia passato il segno”, ha rimarcato l’esponente di FI.
Elio Vito, che dal 1994 è al fianco di Berlusconi, ha sottolineato: “Ho rinnovato la tessera di Forza Italia per il 2022 convintamente, ma anche nella speranza che ci sia spazio per riportare il partito a una tradizione liberale che non può essere alleata con le forze sovraniste. Però ho deciso di non partecipare alla due giorni organizzata adesso a Roma, e proprio per prendere le distanze da questa ambiguità nella condanna dell’invasione russa all’Ucraina”. E non ha nascosto la testa sotto la sabbia, non ha taciuto le ambiguità in cui già in passato erano ‘cascati’ gli azzurri: “Erano però rapporti personali tra Berlusconi e Putin sotto gli occhi di tutti, tentativi persino di tenere agganciata la Russia all’Occidente. Ma dopo l’invasione dell’Ucraina è chiaro che la Russia ha scelto un’altra strada. D’altra parte lo stesso Putin aveva dichiarato finite le democrazie liberali”.
E ancora: “Sono nato con il maggioritario, ma oggi c’è una contraddizione nelle coalizioni che forse la legge elettorale potrebbe risolvere. Berlusconi cambi i dirigenti e ripensi le alleanze”.