Mario Draghi

Draghi, il solo adulto in un parco giochi pieno di bambini

Sembra davvero di essere ad un luna-park, in cui il bambino più grande è stufo di fare la fila davanti alle giostre; quello più piccolo piange ora per un lecca-lecca ora perché ha sonno; il più viziato perché ciò che ha non gli basta, è sempre poco. Ci sarebbe pure da ridere, così a vedere le cose dall’alto, se non ci fossero di mezzo le sorti di un intero Paese. È innegabile che questo continuo battere i piedi, frignare, dei principali leader politici, danneggia l’Italia. Proprio perché l’irresponsabilità dei partiti la rallenta.

Non si può non esser d’accordo con Filippo Rossi quando scrive che “la voragine italiana è tutta in questo paradosso: da una parte un super tecnico che incarna l’essenza della buona politica; dall’altra partiti politici trasformati in lobby a difesa di interessi particolari. (…) Tutta la solidarietà, allora, a Mario Draghi il politico. Solidarietà all’unico adulto in un parco giochi pieno di bambini, all’unico che abbia la testa sulle spalle per capire che governare un paese non può ridursi alla rincorsa di un eterno e giocoso presente fatto di beghe di cortile, in nome di bandiere identitarie che nulla hanno a che fare con la lenta e faticosa progettazione del futuro”. Si possono certo non condividere tutte le scelte del presidente del consiglio fatte finora, dissentire anche sul metodo, ma è fuori discussione che c’è un divario enorme “tra il mondo di Draghi e il mondo di questi partiti è la cesura tra una politica solida, capace di sintesi e decisione, e una politica leggerissima, incapace di prendersi responsabilità. Tra una politica capace di tenere il punto e la posizione e una politica che rincorre qualsiasi pallone in una giostra caotica in cui ognuno gioca per sé. Tra una politica adulta e una politica infantile”, come puntualizza Rossi. Come rimediare?

Tanto per cominciare ammettendo le proprie mancanze. Il primo passo sarebbe fare un j’accuse; invece i partiti continuano ad ignorare i problemi, ad anteporre il proprio interesse personale alle esigenze del Paese. E tra la ricerca di consensi, la campagna elettorale via social a colpi di like e i continui battibecchi, l’Italia va a rotoli. “Basterebbe fermarsi un attimo e fare un’analisi di coscienza e confessare la propria incapacità di pensare nel lungo periodo. E poi capendo finalmente che alla buona politica non dovrebbe mai servire un Mario Draghi che la rimetta in riga”, l’osservazione del fondatore della Buonadestra. Chiaro no? La politica deve fare il suo, essere responsabile. Dunque deve smettere di essere bambina e farsi adulta.