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Cuneo fiscale, salario minimo e lavoro. Draghi risponde a Conte con i fatti

L’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del consiglio Mario Draghi e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri sui temi del lavoro e del welfare, si è svolto nella tarda mattinata di oggi. Accanto al premier anche quattro ministri, il titolare del Lavoro Andrea Orlando (Pd), quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (Lega), della Pa Renato Brunetta (FI)e delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli (M5s). Una scelta questa più che mai azzeccata: come a voler lasciare intendere una certa compattezza nella maggioranza. Alle 16.30 di oggi Draghi ha convocato pure una conferenza stampa; anche questo un altro segnale importante. Quale miglior modo per rassicurare gli Italiani, Bruxelles e il resto del mondo sulla tenuta dell’esecutivo? In certe situazioni occorre mantenere nervi saldi e metterci la faccia.

Gran parte dei nove punti del documento consegnato da Giuseppe Conte nel confronto della scorsa settimana sono stati affrontati oggi con i sindacati. Il premier si è mostrato aperto al dialogo su reddito di cittadinanza, salario minimo e cuneo fiscale. E intendiamoci, erano queste tutte proposte che già figuravano nell’agenda Draghi. Che poi il parlarne oggi serva anche per mettere un freno a Conte e ai suoi, intenzionati ad uscire dal governo, è un altro discorso. Diciamo che ancora una volta l’ex numero uno della Bce ha dimostrato di avere un buon tempismo, orientando al meglio le vele.

«Contiamo come Movimento 5 Stelle di ricevere delle pronte risposte, quindi adesso ci aggiorneremo prima possibile», ha detto poco fa il leader pentastellato Giuseppe Conte. L’avvocato del popolo sul serio non sembra cogliere quanto inopportuno sia oggi mettere in discussione l’attuale presidente del consiglio. Un momento drammatico (e i mesi che verranno sarà anche peggio): il protrarsi della guerra in Ucraina ha portato ad un aumento delle bollette delle famiglie che stanno riducendo a nulla il potere d’acquisto, ad un’inflazione galoppante all’8%. E poi ci sono le opportunità del Pnrr da cogliere al volo per rilanciare l’economia del Paese. Avete voi in mente un profilo italiano più autorevole di Mario Draghi? Intanto il premier lavora, è immerso nei dossier. Gli attacchi continui di Conte non hanno stravolto l’agenda di governo.

L’esecutivo si è impegnato ad un confronto strutturato con le parti sociali. “Un incontro positivo, potenzialmente decisivo. Il Governo ha condiviso la nostra impostazioni anche per governare le emergenze. Il governo conta di deliberare prima della pausa estiva” per “salari, pensioni e reddito delle famiglie”, ha spiegato fuori da Palazzo Chigi il leader della Cisl Sbarra. “Un nuovo decreto a sostegno di salari, pensioni e famiglie”, ha aggiunto. E il prossimo incontro tra Draghi e i sindacati dovrebbe avere luogo tra il 26 ed il 27 luglio. “Il governo non esclude di lavorare su un nuovo patto sociale che guardi ai fondi del Pnrr, sulla politica industriale e ambientale”, ha rimarcato sempre Sbarra. “Ci si è fermati a temi come la difesa del potere d’acquisto, la precarietà, il salario minimo. Al momento non abbiamo risposte. Ad oggi risultati non ce ne sono. Abbiamo ribadito che dobbiamo agire e non possiamo aspettare la legge di bilancio”, ha asserito il leader della Cgil, Landini, aggiungendo: “Sul piano del metodo c’è una novità, non su quello dei contenuti”. Soddisfatto anche Bombardieri, segretario della Uil: “Sull’emergenza bollette, sui salari e sulle pensioni abbiamo chiesto al Governo di intervenire subito. Bisogna detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello e aumentare il netto in busta paga”. Un incontro su cui Draghi aveva puntato molto, l’aveva preparato con cura: il Governo nelle battute finali ha proposto ai sindacati di aprire tavoli sul cuneo fiscale, la lotta alla precarietà del lavoro e sul salario minimo partendo dalla proposta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando.