Quando l’apparenza supera di gran lunga l’essenza, si ha la sensazione di recarsi a Caivano e di circondarsi di una scenografia umana studiata a tavolino. Questo è ciò che emerge dall’organizzazione dell’arrivo della nostra Premier, Giorgia Meloni, in una località che sembra equiparabile all’Eboli descritta da Levi o alla Fontamara di memoria siloniana, e cioè Caivano.
Così come si dice che Cristo si fermò ad Eboli, Giorgia Meloni si è fermata a Caivano, presumibilmente accolta da cittadini apparentemente a braccia aperte, in un arrivo trionfale. Eppure, sembra che il fatto che questo luogo sia stato teatro di un recente atroce crimine ai danni di due bambine, e che sia una zona dove il potere è in mano ai trafficanti di stupefacenti, non sia considerato un dato rilevante per la Premier.
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A Caivano, il governo ha messo in mostra il suo volto con il messaggio: “Siamo venuti qui a dire che ci mettiamo la faccia”, e a mettere in bella mostra il Decreto Agenda Sud per affrontare il divario educativo. Vedremo, per ora sembra la sempreverde mossa d’apparenza fasto e di successo. Mancano i risultati concreti a livello istituzionale.
La cultura della criminalità non può essere debellata solo cercando di colmare un divario educativo, ma deve essere affrontata direttamente e con determinazione. Questo significa essere uno Stato, non solo sembrarlo.