Conte come Salvini: né armi né sanzioni, l’Ucraina abbandonata a Putin

  • Non solo la contrarietà alle armi per aiutare l’Ucraina a difendersi dagli invasori russi: ora l’avvocato del popolo Giuseppe Conte, alla guida del M5S, mette in discussione anche le sanzioni.

“Tutti a dire non dobbiamo prendere gas e petrolio russo. Ben detto, ma è troppo facile – ha detto Conte stamattina a Viterbo durante un incontro elettorale -. Addio gas e petrolio russo? Bene, ma domani mattina come ci riscaldiamo? Bisogna dare delle soluzioni. L’ultimo consiglio europeo è stato deludente. E’ necessario coraggio”.

Come a dire, con intento subdolo, che non dobbiamo continuare con le sanzioni alla Russia – sulla stessa linea tenuta da Orban -, oltre a non sostenere l’Ucraina con le armi, perché sennò il suo amico Putin si arrabbia.

Conte sa benissimo che domani mattina non accadrà niente e che nessuno resterà al freddo. Perché al momento non c’è embargo al  gas russo, mentre per il paletto lui scatterà dal 2023. L’Europa sta seguendo questo passaggio dovuto in maniera graduale, e ha già trovato alternative. Tranne che per l’Ungheria, infatti, gli approvvigionamenti ad altri paesi arrivano via nave, e quelli russi saranno rimpiazzati da altri fornitori. E poi si punta sulla transizione ecologica. Conte fa, quindi, solo terrorismo per tentare di nascondere il suo filoputunismo.