Come Mosca “bombarda” l’Italia tra bot, fake e propaganda

Perché negli altri Paesi d’Europa la propaganda filo Putin nei talk show è ridotta al minimo, se non assente, e in Italia invece è onnipresente e influenza fortemente l’opinione pubblica (vedi intervista a Lavrov e cose simili)? La risposta, quasi con estremo candore, l’ha data l’altra sera, nell’ennesima trasmissione con l’ennesimo ospite sovietico, un giornalista russo onnipresente sulle emittenti italiane che è dichiaratamente a libro paga di Putin. “Semplice: perché gli altri non ci invitano”.

Ecco, il punto della disinformazia di matrice russa sui media italiani sta tutta qui. Nel voler far passare per informazione la propaganda pro Cremlino, funzionale a far considerare l’Italia un avamposto putiniano in seno all’Europa (come se per questo non bastassero già Salvini, Conte e Berlusconi). Senza mai chiarire bene che esiste un aggredito, l’Ucraina, è un aggressore sanguinario, la Russia di Putin. E non è un caso se l’Italia è diventata un caso su cui sia i servizi interni sia gli opinionisti di tutta Europa hanno lanciato l’allarme.

Che la estrema propaganda filo russa nei talk italiani sia un fatto lo dimostra l’interesse preoccupato del Copasir. Consapevole che quello che Joseph Borrel, alto rappresentante dell’Onu per la sicurezza, ha definito un “bombardamento delle menti e degli spiriti”, come ricorda oggi Rwpubblica, sia certamente legato ad una sudditanza economica dell’Italia verso la Russia, ma anche e soprattutto a una sudditanza politica. E culturale, se consideriamo quanto la disinformazia russa abbia attecchito nei campi fertili del nostro Paese, sia sui social che sui media tradizionali (tv in primis). Il caso dei cadaveri dei civili a Bucha trucidati dai russi ma fatti passare dalla macchina delle fake news è emblematico.

In questo scenario di fake news amplificate alla massima potenza, grazie anche alla creazione – in corrispondenza dell’avvio della guerra in Ucraina – di profili bot creati per spammare informazioni false bypassando i sistemi di fact-checking, hanno trovato largo spazio – da Telegram a Facebook – i cospirazionisti e complottisti no vax e no pass, riconvertitisi alla causa filo russa, con riferimenti che vanno da Forza Nuova a fuoriusciti del M5S.

Basisce, invece, la facilità con cui la tv italiana si è trasformata nella fabbrica della propaganda filo russa. Nadana Fridrikhson (Zvezda), Petr Fedorov (Rtr), Julia Vitazyeva (NewsFront) sono ormai opinionisti fissi sui canali tv italiani, onnipresenti a turno ogni sera da mesi. Tutti riconducibili a emittenti russe pagate dal Cremlino e quindi di diretta emanazione del potere di Putin.  La

Loro presenza costante trasforma l’Italia in un satellite di Mosca.