Chi sta con Israele? Il vero alleato è il popolo iraniano che combatte per la libertà

Khaled Meshaal, direttore dell’ufficio della diaspora di Hamas in Qatar, ha fatto un appello al mondo islamico intero lo scorso venerdì, subito dopo le preghiere del giorno santo dell’Islam, per organizzare manifestazioni in solidarietà ai palestinesi. L’obiettivo di Hamas era di incoraggiare i popoli dei Paesi confinanti a unirsi contro Israele, aderendo alla Jihad, la cosiddetta guerra santa contro gli infedeli. La mancanza di risposta da parte né dei vicini di Israele né dai palestinesi stessi a questa chiamata alle armi evidenzia che Hamas non rappresenta né il popolo palestinese né la maggior parte dei credenti islamici. Aspetto di notevole importanza dal punto di vista politico e che dovrebbe essere al centro delle nostre riflessioni. Hamas è infatti il vero principale avversario del popolo palestinese. Le conseguenze delle azioni di Hamas si tradurranno solo in sofferenza per i palestinesi, metteranno a repentaglio qualsiasi possibilità di pace e intensificheranno la diffidenza dell’Occidente e il risentimento verso l’intero mondo islamico, che nella sua stragrande maggioranza è pacifico. Molti palestinesi che vivono nei territori occupati, sentendosi traditi dai propri leader, avevano riposto fiducia in Hamas, tuttavia, è essenziale distinguere l’organizzazione terroristica da un intero popolo palestinese.

Hamas è un’organizzazione terroristica con radici nell’islamismo radicale, molto differente dai movimenti politici laici impegnati nella lotta per la liberazione della Palestina, come al-Fath, ma anche da Settembre Nero, l’organizzazione responsabile della strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Durante gli anni della Guerra Fredda, il terrorismo nazionalista palestinese ha perpetrato gravi crimini, ricevendo appoggio e copertura sia da parte di Paesi arabi che del blocco sovietico. Gli Accordi di Oslo del 1993, che hanno stabilito un’autorità nazionale palestinese guidata dall’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) e insediata in Cisgiordania e Gaza, hanno aperto la strada alla possibilità di pace. Purtroppo, questa pace è stata minacciata sia dagli estremisti palestinesi che dagli estremisti di destra israeliani. Nel 1995, Yitzhak Rabin è stato assassinato da un estremista israeliano per aver firmato gli Accordi di Oslo, e prima nel 1981 gli integralisti islamici hanno ucciso Muhammad Anwar al-Sadat, colpevole di aver firmato la pace con Israele dopo la guerra dello Yom Kippur.

In questo contesto storico, nasce Hamas, un’organizzazione di matrice islamista sunnita con l’obiettivo non di promuovere la pace, bensì la distruzione dello Stato di Israele. Inizialmente, ha ottenuto supporto da alcuni Paesi arabi come il Qatar e l’Arabia Saudita (sebbene ora siano diventati nemici), ma successivamente ha fatto il suo ingresso nel sinistro gioco dell’Iran, la principale nazione sciita, con esperienza nella guerra asimmetrica per procura in Libano. Tuttavia, è importante sottolineare che la cosiddetta guerra santa contro Israele rappresenta solamente un obiettivo strumentale dell’imperialismo iraniano; il suo vero intento è guadagnare consenso all’interno del mondo islamico e affermare la propria supremazia nella guida della Umma, la comunità di tutti i musulmani nel mondo. Nella regione del Levante, gli ayatollah e i Pasdaran iraniani hanno orchestrato e guidano Hezbollah da remoto, allo stesso modo in cui finanziano, armano e dirigono Hamas, al fine di aumentare la propria influenza anche tra i sunniti e rafforzare il proprio potere. Nel frattempo, le modalità operative delle organizzazioni terroristiche islamiche sono mutate, passando dai metodi più elitari di Al Qaeda a quelli brutali e fanatici dello Stato Islamico.

L’ISIS ha influenzato Hamas con la sua brutalità, ampiamente documentata in video, e il suo fanatismo religioso. È necessario avere chiare queste premesse per comprendere l’attuale situazione. L’approccio di Hamas, guidato da figure sinistre a Teheran, è strategico, consolidato e privo di ambiguità.

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L’attacco di Hamas spaventosamente brutale e disumano, spingendosi perfino a compiere atti come l’uccisione di bambini nel loro lettino per suscitare indignazione nell’opinione pubblica e costringere il governo israeliano a una reazione scomposta e vendicativa è in fondo, crudelmente, solo una strategia. I terroristi sono ben consapevoli che Israele sarà costretto a rispondere, e questo è esattamente ciò che vogliono. Sperano che ciò porti alla morte di “scudi umani” palestinesi, che potranno poi sfruttare per la loro oscena propaganda. Idealmente, Israele dovrebbe evitare di cadere in questa trappola, cercando di eliminare le minacce a Gaza senza causare danni ai civili, ma purtroppo questa è una sfida complessa. Hamas farà del suo meglio per assicurarsi che siano i palestinesi innocenti, in particolare donne, anziani e bambini, a pagare il prezzo più alto.

Ma Israele può veramente evitare di rispondere? L’opinione pubblica israeliana non lo accetterebbe, non capirebbe. In secondo luogo, la capacità deterrente di Israele ne verrebbe indebolita. La sua forza militare ispira timore nei suoi nemici circostanti, agendo come un “Mad Dog” (un cane pazzo) che intimorisce grazie alla sua aggressività.

Hamas è consapevole che, se Israele non rispondesse, sembrerebbe debole, incoraggiando altri a sfidarla e mettendola a rischio di ulteriori attacchi provenienti da diverse direzioni. L’odio verso gli ebrei è visibile a Gaza, ma anche in Cisgiordania e in Libano. Nel mondo arabo, nel corso degli anni, si è sviluppata un’ostilità crescente verso Israele, alimentata dalla propaganda dei suoi nemici, dall’animosità instillata dalle élites corrotte dei Paesi arabi, che hanno usato gli ebrei come capro espiatorio per giustificare i propri fallimenti e le ruberie, e da errori politici e strategici dei governanti israeliani.

Attualmente, Israele deve affrontare Hamas, non può semplicemente chinare l’altra guancia, perché l’odio potrebbe facilmente trasformarsi in violenza. Se Hamas emergesse vittoriosa da questa situazione, diventerebbe più forte e più pericolosa. Tuttavia, Israele deve stare attento a non cadere nella trappola di fare esattamente ciò che i suoi nemici desiderano. L’idea che sia possibile annientare completamente Hamas e ripulire Gaza è ingenua, proprio come non è stato possibile sconfiggere i talebani in Afghanistan o sopprimere l’insurrezione in Iraq. Senza il sostegno della popolazione locale, la sconfitta di un nemico terrorista è un’impresa estremamente difficile.

La lotta contro il terrorismo è molto diversa dalla guerra contro un esercito regolare di uno Stato. Tagliare i rami di una pianta infestante non è sufficiente per eliminarla, perché questa tornerà a crescere più forte e pericolosa. È necessario estrarre le radici per togliere il nutrimento ai rami.

In un paradosso sorprendente, in questo momento il principale alleato di Israele potrebbe essere il popolo iraniano, che da oltre un anno protesta contro la dittatura del regime teocratico di Teheran. Dopo l’assassinio di Masha Amini, milioni di iraniani hanno trovato il coraggio di manifestare apertamente contro gli ayatollah e i militari, nonostante le pesanti repressioni. Nonostante decine di vittime e migliaia di arresti, non si sono arresi. Il regime iraniano sembra essere in una posizione di estrema fragilità, non avendo mai vissuto una situazione simile dalla sua ascesa con la rivoluzione del 1979.

L’Occidente, tuttavia, è stato esitante nel suo sostegno al popolo iraniano, limitandosi all’applicazione di sanzioni economiche spesso aggirate da alcune nazioni compiacenti, oltre a dichiarazioni di preoccupazione e appelli che sembrano avere poco impatto. , poiché i giovani iraniani hanno perso Un grave errore, i giovani iraniani hanno perso fiducia negli Stati Uniti e nell’Europa, sentendosi soli nelle loro sfide. Un sostegno più deciso potrebbe spingere il popolo iraniano a ribaltare il regime. Se ciò accadesse, scatenerebbe una rivoluzione di vasta portata in tutto il Medio Oriente, poiché molte delle radici del terrorismo affondano proprio in questa regione.